REDAZIONE AREZZO

Opificio Terranuova: terzo sciopero in un mese, nessuna certezza dalla proprietà

I 35 lavoratori dell'Opificio Tecnologico di Terranuova hanno scioperato per denunciare problemi irrisolti come ritardi nel saldo degli stipendi e mancanza di prospettive. La proprietà non ha ancora risposto alla richiesta di incontro per trovare soluzioni per il rilancio dell'impresa.

Opificio, terzo sciopero in un mese: "Dalla proprietà nessuna certezza"

Terzo sciopero nel giro di poco più di un mese all’Opificio Tecnologico di Terranuova e i 35 lavoratori ieri mattina dalle 11 a mezzogiorno si sono riuniti di nuovo in assemblea davanti ai cancelli dello stabilimento per denunciare problemi irrisolti ormai da troppo tempo. A cominciare dal ritardo accumulato nel saldo degli stipendi e dalla mancanza di prospettive chiare per i prossimi mesi, in un contesto, hanno sottolineato i rappresentanti sindacali, caratterizzato dal calo dei volumi di lavoro e dalla diminuzione del portafoglio clienti. "Grazie alle iniziative di mobilitazione delle scorse settimane – ha spiegato Gianni Rialti della Fiom Cgil - siamo riusciti a far ottenere ai dipendenti un acconto del 60 per cento della mensilità di luglio e abbiamo un comunicato aziendale di metà mese nel quale c’è l’impegno, ma non la certezza, che la quota restante arriverà ad ottobre insieme ad una parte non meglio definita di quello di agosto".

Latitano le notizie, inoltre, sulle spettanze di settembre e la circostanza aumenta la preoccupazione delle famiglie alle prese con le scadenze quotidiane. Ma a far crescere l’apprensione è anche l’assenza di dialogo con la proprietà che non ha ancora risposto alla richiesta avanzata ormai da giorni da Rsu, organizzazioni sindacali e maestranze di incontrarsi in tempi brevi per esaminare la situazione ed affrontare le criticità, individuando le soluzioni per il rilancio dell’impresa e la salvaguardia dell’occupazione. Un aspetto sul quale ha posto l’accento, confermando come sempre l’attenzione alla vertenza, Sergio Chienni, sindaco della città di Poggio Bracciolini: "Era doveroso essere presenti stamani a sostenere le istanze di chiarezza dei lavoratori. Una realtà produttiva può anche vivere momenti di difficoltà - ha dichiarato - ma un conto è affrontarli insieme in modo doverosamente chiaro; un altro è tenere questo tipo di atteggiamento. Credo sia opportuno riaprire un tavolo in Regione per far si che le parti si incontrino e si possano ottenere risposte su concrete su quanto sta accadendo e sulle strategie future". Un domani che appare pieno di incognite: "Non riusciamo a comprendere quale sia il futuro di un’azienda che avrebbe tutte le carte in regola per produrre a pieno regime – ha concluso Gino Turrini della Fim Cisl – e invece lavora a singhiozzo e senza che tutti gli addetti siano occupati in maniera adeguata. Nessuna traccia poi del piano industriale sollecitato da oltre un anno anche in Regione nell’ambito dei tavoli di crisi convocati dal consigliere regionale Valerio Fabiani".