
Oltre gli anni di piombo La figlia di Aldo Moro incontra i brigatisti che uccisero il padre
di Federico D’Ascoli
Nessuno dei presenti, né prima né dopo stasera, potrà fare a meno di pensare al 16 marzo 1978 come a uno spartiacque della propria vita. Quella mattina il presidente della Democrazia cristiana Aldo Moro uscì di casa per raggiungere la Camera dove dovrebbe dar vita a un governo di centrosinistra con l’appoggio esterno del Pci di Enrico Berlinguer. Il compromesso storico tra comunisti e democristiani affogò nel sangue poche settimane dopo quando lo statista pugliese fu ritrovato morto nel bagagliaio di una Renault. È di certo l’azione più eclatante degli anni di piombo che stasera sarà un modo per ricostruire una relazione, un tessuto sociale che quell’omicidio di 45 anni fa ha strappato. Stasera alle nella chiesa di Santa Maria Maddalena del monastero domenicano di San Donato di Pratovecchio la figlia del dirigente democristiano Agnese Moro incontrerà Adriana Faranda e Franco Bonisoli i due terroristi che facevano parte del commando delle Brigate rosse che sparò in via Fani. Il dibattito ha per tema l’incontro e il perdono.
Una serata che inizierà alle 21, moderata dal giornalista Francesco Pini, grazie alla volontà di suor Maria Grazia Colombo, religiosa di clausura che da anni intrattiene rapporti con i protagonisti del terrorismo. Dal suo rapporto con Agnese Moro è nata l’idea di questo faccia a faccia in cui non si parlerà di politica ma di dialogo e ascolto per curare le ferite degli anni di piombo.
"Ero una ragazzina di 15 anni e mi trovavo a scuola quando l’insegnante di religione ci informò che Moro era stato sequestrato – racconta suor Grazia – il mio cuore si spezzò. Non solo per il destino dell’onorevole ma soprattutto per la compassione nei confronti dei terroristi che avevano portato avanti quell’azione criminale che aveva portato alla morte degli uomini della scorta. Ho letto molti libri sulle Br e quando sono entrata in monastero, all’inizio degli anni Novanta, ho sempre pregato per queste persone e ho sempre cercato di incontrarle per portargli il mio sostegno. Ho stretto un rapporto con Carmelo Musumeci, condannato all’ergastolo e ora in libertà vigilata con cui ho scritto anche un libro di poesie. Dal rapporto con Agnese Moro è nata l’idea di questo incontro. Non l’unico, il 18 aprile avremo Gemma Calabresi, vedova del commissario intervistata da Massimo Orlandi".
Una riflessione sulle vittime e sui carnefici ma anche su ciò che è stato per affrontare e comprendere la realtà circostante: la conoscenza può spezzare la catena d’odio, tra percorsi di violenza e sofferenza, spesso complicati da affrontare anche dopo molti anni.
"Ma l’incontro e il perdono risolvono tutto" assicura suor Maria Grazia.