
Odissea di un parroco Ponte chiuso da 2 anni davanti alla sua chiesa Lui fa la spola da Rimini
di Lucia Bigozzi
"Siamo stufi e mortificati. Ho accompagnato al cimitero tre compaesani e c’è voluto un piccolo escavatore davanti al carro funebre per farlo passare sulla variante, poco più che una mulattiera, unica alternativa al ponte chiuso da due anni", dice sconsolato don Arialdo Ruggeri, 92 anni suonati, da 65 parroco di San Gianni in Vecchio, a Sestino. Quel ponte che attraversa il torrente Torbellino è il collegamento con la Marecchiese per una trentina di famiglie e la via d’accesso alla Pieve costruita nell’anno Mille: custodisce un Crocifisso su pala giottesca che l’anziano sacerdote con affettuosa confidenza chiama "Il Biondo" per via del colore dei capelli. Quel ponte, don Arialdo lo ha benedetto il giorno dell’inaugurazione (fine anni ’50) oggi lo guarda con "il dispiacere per quello che è accaduto, la speranza nella riapertura e l’amarezza per il tempo che passa e nulla cambia", sussurra sconsolato. Nell’autunno 2021, il crollo di una porzione di muro del ponte ha imposto la chiusura e la messa in sicurezza. Il collegamento provvisorio è una "variante" in terra battuta, stretta e impervia, che si inerpica su un percorso tortuoso fino a incrociare la Marecchiese.
Ma all’ingresso della via dal piazzale della canonica, c’è un cartello che avverte: "Strada interrotta". È da qui che passa, non senza fatica, il carro funebre per raggiungere il piccolo cimitero. In primavera, accanto al ponte "blindato" è stata costruita una passerella mobile in legno che guada il torrente e consente di raggiungere a piedi la chiesa dove don Arialdo dice messa "per chi c’è, fosse anche per una persona sola, io sono qui". Lui vive a Rimini, ospite della casa del clero ma ogni domenica al volante della sua Panda percorre 120 chilometri (tra andata e ritorno) per stare con i parrocchiani. Alla passerella mobile hanno lavorato Snam e Comune. In estate San Gianni si popola di villeggianti, molti dalla Romagna. C’è di più: San Gianni è snodo strategico del Cammino di San Francesco che da Rimini conduce alla Verna. In questi mesi, è un via vai di camminatori, pellegrini, ciclisti.
Tuttavia con il ponte chiuso, guadare il torrente sulla pedana mobile non è facile per tutti. Disagi che abitanti e villeggianti segnalano per risolvere il problema. "In due anni la situazione non è cambiata", lamenta Lara Marconi, che da Bellaria frequenta San Gianni "per l’integrità e la bellezza del luogo, unico e speciale, purtroppo penalizzato dalla chiusura del ponte. E non si capisce quando la situazione si sbloccherà. Oltretutto è alle porte l’autunno". Così, ha chiesto lumi ai tecnici del Comune, mentre alcuni residenti accompagnati da don Arialdo hanno incontrato i funzionari della prefettura. Qualche giorno prima di Ferragosto, il sopralluogo dei tecnici del Comune ha fatto scattare un’ulteriore stretta sull’accesso, le condizioni strutturali sono peggiorate. Da qui il provvedimento di chiusura totale dell’area anche ai pedoni.
La prefettura invita a risolvere il problema, in pieno accordo con l’amministrazione comunale. C’è una novità: il progetto del Comune per il ripristino del ponte è stato ammesso ai fondi Pnrr. Inoltre, la Regione ha stanziato altre risorse.
I soldi ci sono, San Gianni respira, ma con giudizio. Qui interessa una sola cosa: "Quando partono i lavori?".