Nuovo vescovo: annuncio ormai imminente Maffeis, Bandini e Migliavacca tra i favoriti

In pole due nuove nomine: l’ex sottosegretario Cei e l’ex rettore di Fiesole ma non si escludono sorprese. Ingresso non prima di S.Donato

Il nuovo Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, Ivan Maffeis

Il nuovo Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, Ivan Maffeis

di Alberto Pierini

AREZZO

Riccardo Fontana è rientrato dalla Terra Santa stanotte, un’esperienza forte insieme a tanti dei suoi sacerdoti, alle radici della fede: quelle alle quali si appresta a dedicare una bella fetta dei suoi prossimi anni, una volta sciolto dagli impegni serrati della guida di una Diocesi. Diocesi che è ormai in vista della staffetta. I tempi con la chiesa non sono mai draconiani, in fondo è un mondo che può permettersi dei margini più ampi e magari una scelta più meditata.

Il timone non resta mai vacante, più che mai ad Arezzo, dove Fontana di sicuro non si spaventa all’idea che la sua missione continui, specie ora che ha ricaricato le pile a Gerusalemme. Però il ritmo delle rotazioni in tutta Italia e nella stessa Toscana lascia immaginare che i tempi possano essere davvero imminenti. Parliamo naturalmente dell’annuncio: l’ingresso ufficiale del nuovo Vescovo è escluso possa avvenire prima di San Donato, la grande festa aretina del 7 agosto, ed è anzi ancora più probabile possa slittare alla seconda metà di settembre.

I nomi? Certezze non ce ne sono: non è un mistero che il Papa segua con particolare premura, insieme al nunzio apostolico, la scelta dei vescovi italiani. Ma le ipotesi si rincorrono. A tema di sbagliare una delle soluzioni più gettonate nelle segrete stanze è che alla guida della Diocesi possa arrivare un vescovo di prima nomina. Di quelli che vanno a letto parroci o al massimo monsignori e si risvegliano Vescovi. Una mossa non facile, la nostra è la dodicesima diocesi per estensione in Italia e una delle più complesse da guidare. Ma il Papa non ha paura di queste cose. E il suo centro, alla luce anche delle ultime nomine, è di scegliere pastori, con una particolare capacità nei rapporti con la gente, fedeli in testa.

Per questo uno dei nomi più forti sembra quello di don Ivan Maffeis. Uomo del nord, nato in Trentino ma con una esperienza ecclesiale già enorme: per dieci anni è stato sottosegretario alla Cei, tra gli uomini di fiducia di Gualtiero Bassetti. Un uomo di comunicazione: giornalista, direttore nazionale delle comunicazioni sociali, ha studiato all’Università Pontificia Salesiana, la vocazione più di seme al mondo delle relazioni.

Ha 59 anni ancora non compiuti, è tornato per scelta a fare il parroco nella sua terra, a Rovereto. I bene informati sussurrano che già abbia fatto un passo indietro di fronte ad un’eventuale promozione episcopale. Ma questo, più che un freno, agli occhi del Papa potrebbe essere quasi un motivo in più per volerlo alla guida di una Diocesi., Appassionato di cinema, è stato anche presidente dell’Ente dello Spettacolo. Un film che s’ha da fare? Possibile, quasi probabile.

Ma non è il solo nome ad incrociarsi con Arezzo. Un altro forte è quello di don Gabriele Bandini: 55 anni, ex rettore di Fiesole, uno dei nomi che era stato in ponte per la successione di Mario Meini, andata invece poi al Vescovo di Montepulciano Stefano Manetti. Anche quest’ultimo sembrava tra i predestinati per Arezzo ma i suoi passi alla fine sono andati altrove.

Bandini è attualmente parroco a Rignano, il paese di Renzi, ma soprattutto è originario di San Giovanni Valdarno: una città quasi completamente in diocesi di Fiesole tranne una parrocchia, quella di Oltrarno. Ha studiato alla Facoltà Teologica di Firenze, sarebbe una scelta in linea con la toscanità degli ultimi vescovi, dal fiorentino Bassetti a Fontana, nato a Forte dei Marmi. Un’altra figura di forte empatia, vicino al mondo dei giovani e dello scoutismo.

E resta sempre in pista l’ipotesi di chi Vescovo lo è ormai da sette anni: Andrea Migliavacca. Alla nomina a San Miniato era il più giovane Vescovo d’Italia, appena 48 anni: oggi ne ha 55 non compiuti, coetaneo (è nato tre mesi prima) dello stesso Bandini. Grande esperto di diritto canonico, originario di Pavia, vicinissimo ai giovani e agli scout, nel suo stemma ha una stella cometa, chissà se lo guiderà fino alla nostra Cattedrale. Anche se un problema c’è: ha proclamato il Giubileo della sua attuale diocesi, partirà il 5 dicembre. Un percorso partito da lontano e dal quale dovrebbe tirarsi fuori proprio sul più bello. Tra le figure via via emerse c’è quella di Marco Salvi, vescovo ausiliare a Perugia e anghiarese di origine ma l’ago non sembra destinato a fermarsi sul suo nome.

Semmai non si possono escludere sorprese, alle quali il Papa ci ha abituato a tutte le latitudini. Compresa quella di prolungare la scelta ancora di qualche settimana: Fontana, fresco di Terra Santa, di sicuro non si tirerebbe indietro.