ALBERTO PIERINI
Cronaca

Notte bianca, folla alle stelle Decine di migliaia in centro Primo assalto dopo gli anni Covid

L’evento torna ai numeri del 2019: muro sul Corso, vicoli strapieni, le piazze della festa. Strade piene, i negozi no: boom alle casse solo nelle catene. Piazza Guido Monaco parcheggio.

Notte bianca, folla alle stelle Decine di migliaia in centro Primo assalto dopo gli anni Covid

di Alberto Pierini

Una batteria di palloncini decolla verso il cielo. Sono palloncini luminosi e qualcuno dalle finestre rischia di esprimere un desiderio, scambiandoli per stelle cadenti. Ma qualcuno viene esaudito davvero. La Confcommercio ritrova la sua notte bianca.

L’aveva persa nel 2019, evaporata tra i fumi del Covid. La riscopre nei suoi numeri quattro anni dopo. Tra i mattoncini di un muro di folla che a tratti diventa invalicabile. Quando ti ritrovi tra San Michele e il Canto de’ Bacci a muoverti a zig zag capisci che la pandemia comincia ad essere un ricordo. Addio al distanziamento sociale, addio a ogni prudenza.

La gente sale e scende sulla vasca del Corso, più o meno come tante generazioni hanno fatto in passato. La notte bianca si ritrova in tutti i suoi elementi, compresi quelli meno positivi. Perché le strade sono piene, anzi di più, i negozi no. L’andamento lento del giorno diventa quello lentissimo della notte: i più si fermano alle vetrine, non un passo avanti.

Anche se le eccezioni non mancano: ad esempio le catene. Da Zara un serpentone di clienti scende come in pellegrinaggio dalle scale interne. Solo curiosi? No, perché c’è la coda anche davanti alle casse: ed è l’unica coda che conti, almeno i denari, nella notte dello shopping.

Il traffico chiude puntuale intorno alle 19: chi piazza le transenne all’innesto di via Roma sa di eseguire un rito che viene da lontano. Prima delle transenne il vecchio mondo. Piazza Guido Monaco è un parcheggio a cielo aperto. I quadranti, dai quali i vigili da anni provano a scacciare le auto in sosta, tornano anche loro indietro di anni. Se le macchine smettono di parcheggiare è solo perché non c’è più un posto: e un tizio si rovina la serata a tentare di infilarla con manovre da brivido, sulla soglia della sosta selvaggia.

Oltre le transenne un ristorante a cielo aperto. I locali viaggiano sui doppi e a volte tripli turni. Via Crispi è apparecchiata come nei migliori weekend del 2022. Mentre intorno si materializza un clima tra la balera romagnola e il passo doppio.

La fiesta latina riconcilia San Jacopo con la gente: è una di quelle piazze dove i più passano di corsa, venendo da chissà dove e andando chissà dove. Almeno nella notte bianca si fermano, sia pur per vedere delle coppie danzare: c’è chi ci prova, c’è chi è impegnato allo stremo, c’è chi pesca i piedi alla partner. Ma è il ballo bellezza. Lo stesso che ricuce via Roma a via Crispi, con coppie che partono da una strada e arrivano all’altra.

I primi palloni luminosi sono qui, con il loro interruttore biodegradabile: poi si addensano come nebbia a Sant’Agostino. Una Sant’Agostino già tinta di biancoverde, per la cena della vittoria di stasera, che pure occuperà non lo slargo sotto la fontana ma il sagrato. Qui i numeri non sono proprio gli stessi di un tempo, i palloncini forse fanno parte di un’altra epoca.

Dove tornano davvero è sul Corso, da via Garibaldi in su ma confermando che il muro del Canto de’ Bacci ormai non esiste più. E tornano in via Madonna del Prato, la strada dei locali in movimento: aprono e chiudono quasi a getto continuo. Mentre i vicoli di collegamento con il Corso mostrano la vitalità dei giorni migliori.

Non ha palloncini ma si gonfia come un uovo piazza Grande, che ormai marcia a modo suo: anche se l’impressione è che il turismo del luglio 2023 non sia lo stesso di un anno fa. San Francesco non ha ancora riacceso il motore dei Costanti ma si difende. Mentre sul Corso si affaccia un locale in più: un ristorante cinese, inaugurato da pochi giorni e che ha colorato di grigio gli ambienti del vecchio cinema. Un film ha superato da anni i titoli di coda, un altro prova a ripartire. Nella notte dei palloncini luminosi e dei desideri espressi per sbaglio.