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Cronaca

Nasce qui l’ultima idea del kimono

Si chiama Kito il "gioiello" della collezione firmata da Silvia e Paolo, designer che vivono a Pozzo

di Lucia Bigozzi

C’è un pezzo di Giappone in Valdichiana. Si può indossare immaginando di avvicinare le distanze col Paese del Sol Levante. E’ il kimono e in chiave toscana diventa Kito, ultimo "gioiello" della collezione firmata da una coppia di designer che vivono a Pozzo e si muovono tra l’atelier ricavato in una ex fabbrica di graniglie degli anni Venti e Pienza, dove hanno "acceso" le vetrine sulle creazioni di Officine 904. Paolo Porcu e Silvia Pavanello hanno unito vita, lavoro e origini – lui sardo, lei trevigiana – e a Milano o Roma hanno preferito la piccola frazione alle porte di Foiano perché "qui abbiamo le chiavi del Paradiso; tutto ciò che serve per sviluppare le nostre creazioni al top e con manifattura locale di altissimo livello", spiegano tra i disegni di nuovi modelli e sperimentazioni dispiegati sul grande tavolo da lavoro. Il plus delle loro collezioni è la cura del dettaglio, dai tessuti alla lavorazione artigianale affidata a piccole aziende del territorio selezionate tra la Valdichiana e Arezzo secondo standard rigorosi di qualità.

Borse, gioielli, i kimono e gli accessori sono realizzati secondo la policy che ispira la creatività di Paolo e Silvia: "La sostenibilità del prodotto in ogni suo aspetto; puntiamo sull’esclusività del made in Tuscany, brand molto amato nel mondo".

Nel 2020 il Covid ha chiuso i negozi a Pienza, sospeso i viaggi tra l’America e l’Europa con il campionario nel trolley, gli appuntamenti in agenda per show privati con i clienti – tra i quali anche l’attrice Brooke Shields – e ridotto i piani di Silvia e Paolo, in attesa della ripartenza. "In realtà non ci siamo mai fermati dedicandoci a progettare, dare gambe a nuove idee, sviluppare la creatività preparando nuove collezioni per essere pronti non appena tutto riprenderà il proprio corso. Abbiamo cercato di arginare le difficoltà legate alla pandemia con lo shop online anche se non è come avere un capo da toccare mentre ne raccontiamo la storia. E’ il nostro modo di approcciare il cliente accompagnandolo all’acquisto di un prodotto in serie limitata" argomenta Silvia che poco prima della pandemia è riuscita a presentare il Kito proprio in Giappone: "E’ stato molto apprezzato, poi si è interrotto tutto e speriamo di poter riprendere la commercializzazione di un capo unico, fatto secondo criteri rispettosi dell’ambiente e con materiali d’esubero, confezionato integralmente in Toscana". Una filiera corta che valorizza l’eccellenza della manifattura locale. Ne è un esempio il prototipo concepito durante il lockdown e già trasformato in accessorio glamour: lo Scarabello.

"E’ ispirato allo scarabeo molto importante per la salvaguardia dell’ecosistema e lo abbiamo interpretato in pendenti, spille, anelli e se tutto va bene, ci sarà anche la declinazione in bracciale. Il calco in cera su nostro disegno è stato fatto da un artigiano di Castiglion Fiorentino, a Pozzo un maestro dell’ottone lo ha trasformato e successivamente è stato affidato agli esperti di un’azienda aretina di smaltatori". Tutto si tiene nell’atelier di una piccola frazione, dove il local diventa global in un pezzo di Valdichiana che non ti aspetti.