Multiutility, idea che divide Il caso entra in consiglio

Consiag e Acqua Toscana hanno presentato tutti i dettagli dell’operazione. La minoranza si intraversa, maggioranza più possibilista. I numeri del progetto

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di Francesco Tozzi

Non scalda i cuori il progetto relativo alla creazione della multiutility della Toscana presentato a Montevarchi. Ad illustrare i dettagli dell’operazione, durante l’ultimo Consiglio comunale aperto agli interventi dei cittadini, sono stati Nicola Perini e Simone Faggi, rispettivamente amministratori unici di Consiag e Acqua Toscana. Scetticismo sulla nuova holding dei servizi pubblici è stato manifestato dai gruppi di opposizione di Avanti Montevarchi e Europa Verde.

"Il progetto non ci convince e al momento, per quel che conosciamo, siamo contrari – hanno affermato i membri della minoranza – Una classica operazione sponsorizzata dai vertici delle società e da un vertice politico ristretto. Il nostro giudizio sull’attuale gestione dei servizi pubblici è molto negativo perché oltre ad essere molto inefficienti ed onerosi sono svolti da società impermeabili a fornire risposte ai cittadini e agli indirizzi ed al controllo dell’ente locale. A nostro parere ciò rappresenta l’ennesimo carrozzone". Presente all’assise il vicesindaco Cristina Bucciarelli, che non ha chiuso alla multiutility.

"La giunta è in una fase di studio, di ascolto e di comprensione – ha spiegato Bucciarelli – Senz’altro abbiamo ben chiari degli obiettivi. I servizi devono essere mantenuti con efficienza efficacia ed economicità. Ribadisco che al momento non c’è un pronunciamento ufficiale della giunta, mentre ci sarà sicuramente non appena avremo sciolto i dubbi. I nostri target sono dare importanza ai territori e massimizzare i servizi". Il progetto multiutility mira a riunire sotto un’unica società la gestione dei servizi pubblici: non solo acqua e rifiuti, ma anche gas e energia elettrica. Se riceverà il via libera dai consigli comunali, nel 2023 la società potrebbe già quotarsi in borsa. l piano prevede il controllo dei soci pubblici al 51 per cento, più risorse per gli investimenti, 2 mila posti di lavoro, più soldi a disposizione dei Comuni per gestire i servizi e la prospettiva di tenere sotto controllo l’aumento delle tariffe.