
Controllore in autobus
Arezzo, 1 maggio 2019 - Linea dura sulle linee Tiemme. È proprio il caso di dirlo dopo l’ennesima operazione dei solerti controllori dell’azienda di trasporti di Arezzo, Siena, Grosseto e Piombino. Premessa necessaria: la multa di 42,50 euro, formalmente non fa una piega. L’ha pagata una signora di 84 anni che ha timbrato, «obliterato» in burocratese, un biglietto troppo vecchio. Ma se ne è ritrovati in borsa altri quattro perfettamente in regola.
A nulla è valso mostrarli agli incaricati della Public House Srl. La società di servizi specializzata nel settore del trasporto pubblico locale che si occupa, tra le altre cose, di gestione biglietti per Tiemme. Un altro caso-limite, portato a galla da Teletruria, dopo che nell’estate dello scorso anno due minorenni erano stati multati dopo aver chiesto inutilmente il biglietto a bordo al conducente.
Anche lì tutto formalmente corretto, se non fosse che l’uomo alla guida dell’autobus aveva detto: «Comunque tranquillo, se vengono i controllori ci penso io». E l’autista, in piazza Guido Monaco, aveva anche discolpato il quindicenne, senza risultato: a giugno i controllori alla fermata avevano firmato la stangata da 64 euro. A settembre il bis: una ragazzina di 14 anni, salita a Montione e diretta a San Leo senza ticket. L’autista non ce l’ha: il controllore arriva e non fa sconti. Non importa se l’autista non ha i biglietti, non si può viaggiare gratis. E giù la multa: di 42,50 euro essendo da Montione a San Leo una corsa urbana.
Su uno dei due casi, l’assessore regionale ai trasporti Vincenzo Ceccarelli aveva scritto una lettera a Toscana Trasporti chiedendo una relazione sull’accaduto e domandandosi se sono stati violati i diritti degli utenti, maggior ragione perché minorenni. Siamo adesso al terzo caso. Venerdì scorso la signora è inciampata sull’aumento delle tariffe. Da luglio dello scorso anno la corsa singola è balzata da 1,20 a 1,50 euro. «Chi ha questi biglietti deve fare un’integrazione di 30 centesimi», spiega puntuale il presidente di Tiemme Massimiliano Dindalini.
La signora ha 84 anni ed è reduce da una visita medica: mette nell’obliteratrice un biglietto comprato più di un anno fa. «È scaduto perché da 1,20 euro», informano i controllori sopraggiunti sulla tratta tra via Fiorentina e il centro storico. E preparano un verbale da 42,50 euro per «titolo non valido». La signora fruga nella borsa e trova quattro biglietti recenti, pagati 1,50.
Si poteva forse obliterare uno di quelli e chiudere un occhio. Una soluzione all’italiana per aggirare l’ammenda, certo. Ma una soluzione che avrebbe evitato la rabbia e la delusione a un’anziana che ha dimostrato di avere in borsa biglietti in quantità per non essere considerata un’abusiva.
Anzi: una «portoghese», secondo un brutto stereotipo. «La signora potrà presentare ricorso – conclude Dindalini – e a quel punto comprenderemo meglio i contorni della vicenda». Il tutto per i 42,50 euro di una multa formalmente molto corretta ma umanamente abbastanza ingiusta.