REDAZIONE AREZZO

Morì nell’incidente, la rabbia della sorella

Enrico Occhini fu travolto da un’auto mentre era in moto, l’automobilista patteggia un anno e mezzo: "È come un’altra tragedia"

Una manovra maledetta e uno schianto terribile sulla strada statale 73, a poche centinaia di metri dall’Esselunga. Enrico Occhini, aveva 33 anni, era il padre di una bimba piccola ed era in sella alla sua Ducati.

Il 31 luglio 2020 fu travolto da una Ford Focus che veniva dalla direzione opposta con a bordo due albanesi di 34 e 35 anni, rimasti feriti e trasportati in ambulanza al San Donato.

Ieri in tribunale l’automobilista ha patteggiato un anno e mezzo per omicidio stradale, evitando l’aggravante dell’uso di oppiacei grazie a una perizia che ha ritenuto compatibile l’uso di anestetici dopo il soccorso per l’incidente, con la positività riscontrata sul trentenne alla guida della Ford.

Il patteggiamento ha provocato la dura reazione sui social network della sorella Simona, operatrice dell’emergenza-urgenza all’Asl di Arezzo: "Ringrazio di cuore il pubblico ministero che in tribunale ad Arezzo ha patteggiato la vita di mio fratello ad un anno e mezzo – scrive con evidente sarcasmo la sorella su Facebook – una manovra scellerata la vita di un ragazzo spezzata vale un anno e mezzo di pena. Nessun segno di pentimento da chi quella sera ha deciso di eseguire questa manovra in una strada con striscia continua. Caro pubblico ministero le vorrei fare sentire cosa abbiamo provato oggi quando il nostro avvocato ci ha dato questa “bellissima notizia” è stato rivivere la tragedia per una seconda volta. Ecco ora le darei a lei l’onore di dirlo ai miei genitori".

Dalla battaglia di perizie non sono emersi elementi univoci che dimostrino che il guidatore avesse assunto droghe. Le benzodiazepine rinvenute nel sangue è compatibile con la somministrazione di farmaci successivi all’incidente, nel quale lo stesso automobilista rimase ferito in maniera non grave. Un’aggravante che poteva portare la pena fino a 10 anni di reclusione, considerata anche la presenza di 0,7 milligrammi su litro di alcol, oltre il limite consentito di 0,5. La famiglia della vittima aveva già definito in sede civile il risarcimento dei danni con l’assicurazione.

L’automobilista accusato di omicidio stradale aveva chiesto il rito abbreviato, che consente la riduzione di un terzo della pena, è arrivato invece il patteggiamento a un anno e sei mesi che ha riacceso il dolore dei familiari.

f.d’a.