Salvatore Mannino / Sergio Rossi
Cronaca

Moretti, stop alla confisca del palazzo storico Bianca Cappello

La Cassazione annulla l’ordinanza con rinvio al tribunale accogliendo la tesi dei difensori di Andrea. In ballo una prestigiosa dimora in Oltrarno a Firenze

Andrea Moretti

Arezzo, 30 novembre 2019 - Ancora un colpo di scena nella complessa vicenda giudiziaria che riguarda la famiglia Moretti, stavolta a favore di Andrea, il figlio del capostipite. La corte di cassazione ha infatti annullato con rinvio l’ordinanza con cui il tribunale di Arezzo aveva confiscato Palazzo Bianca Cappello. Si tratta di una storica dimora fiorentina di via Maggio, prestigiosa strada d’Oltrarno, nata come residenza della favorita di un Granduca.

Il Palazzaccio ha accolto il ricorso dei difensori Roberto Cordeiro Guerra e Niki Rappuoli, che avevano impugnato il provvedimento emesso dal presidente Fruganti su richiesta del procuratore Rossi. In discussione c’era la tesi dei difensori secondo cui, una volta trovato e attuato un accordo con l’Agenzia delle Entrate, il tribunale non avrebbe potuto confiscare i beni dell’evasore.

Tesi evidentemente condivisa con ilverdetto della Corte che rimanda il provvedimento al tribunale aretino dove, quasi sicuramente, si dovrà applicare il principio di diritto. Il palazzo torna dunque nel patrimonio di Andrea Moretti che proporrà immediata istanza per tornarne nella piena disponibilità.

E’ per adesso l’ultima tappa di una storia giudiziaria ancora ai primi passi in quanto il processo non è nemmeno iniziato, mentre la Cassazione si è già espressa tre volte sulle questioni sollevate dalle difese. Sulla confisca dei beni di Moretti è stata giocata una battaglia senza esclusione di colpi.

Gli avvocati Rappuoli e Cordeiro Guerra avevano sostenuto in tribunale che dalla cifra di un milione e 340 mila euro, il risultato delle condanne per reati fiscali ad Andrea, dovesse essere sottratto circa mezzo milione, la cifra con la quale nel 2011 si era concluso il contenzioso fra Moretti e l’Agenzia delle Entrate. Il presidente Fruganti aveva invece fatto un calcolo diverso, ritenendo che solo una posta di 180 mila euro potesse essere decurtata, con il resto da versare in quanto non rientrante nell’accordo degli anni 2006 e 2007.

Si era così arrivati alla confisca di un milione e 160 mila euro, troppo per essere coperto dal solo palazzo. Era dunque rientrato in ballo l’ormai celebre yacht «Lapedo», che porta i nomi dei figli di Moretti Jr e che inizialmente era sfuggito al sequestro disposto dal Pm Marco Dioni. Fu ritrovato a febbraio in una rimessa vicino a Pisa, nella zona della Pineta di Tombolo.

Le difese avevano ottenuto la possibilità di convertire la confisca del panfilo nel pagamento di una cifra fra il mezzo milione e i 600 mila euro a seconda delle valutazioni, ma la famiglia ha deciso diversamente e lo yacht è andato all’asta, fissata ieri ma senza offerte