REDAZIONE AREZZO

Misericordia fino a 12 turni per notte La Croce Rossa mantiene i servizi

Le difficoltà che costringono alcune associazioni a frenare moltiplicano gli interventi degli altri protagonisti. La Croce Bianca stringe i denti e riduce solo le ore, a Rigutino e in città. Situazione pesantissima per tutti

I leoni del volontariato. Chiusi in un angolo, costretti a parare spese sempre più alte con risorse sempre più basse. Ma non mollano di un centimetro. E difendono un patrimonio doppio. Da una parte quello della loro storia, gloriosa, scritta sulle pareti delle loro sedi. Dall’altra la sicurezza dei cittadini, della quale sono gli estremi custodi.

Il quadro? C’è chi è costretto a stringersi davanti alla morsa della crisi. Ma lo fa con la forza di chi non si arrende. E’ il caso ad esempio della Croce Bianca. Che ancora punta su una riduzione delle ore ma non ha alcuna voglia di smobilitare. Ad Arezzo ha rinunciato ad un turno diurno di dodici ore, continuando a garantire il resto dei servizi. A Rigutino uno notturno. Non poteva farne a meno, anzi era l’unico modo di restare in piedi. E davanti al silenzio da mesi calato intorno alla protesta generale del volontariato.

La Misericordia per ora riesce a parare i turni mancanti. Moltiplicando gli sforzi. "Siamo arrivati nella zona di Arezzo fino a dodici interventi per notte" ci conferma da Firenze Alberto Corsinovi, il presidente della federazione toscana delle Misericordia. E’ a capo di circa 330 realtà, un numero perfino superiore a quello dei Comuni.

Non si presentano come salvatori della patria ma con il tono di chi sente come gli altri il peso della fatica. "Chi smonta dopo notti così di giorno diventa difficile schierarlo ancora".

Dalla Croce Rossa la diga non si incrina di un centimetro. Malgrado le difficoltà siano sotto gli occhi di tutti, per ora non è stato tagliato un solo turno, nè di giorno nè di notte. E continua l’attesa per le risposte che faticano ad arrivare. Il fatto nuovo è quello del Comune, il vertice convocato da Lucia Tanti.

"Sì, è una mossa nella direzione giusta anche se le soluzioni forse passano dal livello regionale. In ogni caso i finanziamenti arrivati da Palazzo Cavallo aiutano almeno a scavallare la fase più critica".

Ma è solo un problema di risorse? No, assicura il governatore della Misericordia aretina Pier Luigi Rossi. "C’è in corso un cambiamento di mentalità. Tra i nodi anche quello della disponibilità dei volontari. Stiamo lavorando anche nella fase educativa, facendo corsi riservati ai giovani". In una parola? Manca un ricambio tra i protagonisti storici e quelli che ne prendano il posto. E in questo il volontariato è in linea con tanti altri mondi.

Ma in questo momento l’emergenza è quella di un maggiore afflusso di risorse. A breve ci saranno nuovi incontri con l’assessore regionale Simone Bezzini. Quindi a febbraio il Comune. "Il volontariato – ripete il presidente nazionale delle Misericordia Domenico Giani – è una priorità nazionale". Lo dice da mesi, prima o poi spera che qualcuno lo ascolti davvero.

Alberto Pierini