
Sul posto sono arrivati carabinieri e agenti della polizia municipale (foto d'archivio)
Arezzo, 13 agosto 2025 – Una calda e tranquilla serata d’agosto si è trasformata in un incubo nella zona industriale della città, nei pressi di un’azienda che produce gelati. Erano circa le 22.30 di lunedì quando un uomo di 55 anni, di origine campana ma residente da tempo nell’Aretino, si è presentato fuori dal luogo di lavoro dell’ex compagna, l’azienda di gelati, impugnando una pistola.
Solo dopo si sarebbe scoperto che l’arma era ad aria compressa ma priva del tappo rosso e dunque non distinguibile da una vera. La donna di circa 40 anni e di origine romena, stava terminando il turno serale. All’improvviso, la scena che ha cambiato il corso degli eventi: l’uomo, probabilmente in stato di alterazione, ha brandito l’arma in mezzo alla strada chiedendo alla ex di tornare con lui mentre c’era chi passeggiava e alcune colleghe della destinataria della grave minaccia.
Per chi era lì in quel momento, non c’erano dubbi: quella pistola sembrava autentica. In pochi istanti si è diffuso il panico. Qualcuno ha chiamato il numero di emergenza e, nel giro di pochi minuti, la zona è stata raggiunta da pattuglie dei carabinieri e dei vigili urbani. L’uomo è stato bloccato prima di riuscire ad avvicinarsi alla donna. L’arma è risultata essere un modello che si usa nel gioco del softair, senza potere offensivo ma capace di intimorire chiunque.
Dietro a quella scena, però, c’era una storia già segnata da denunce e rapporti burrascosi. L’uomo era già stato accusato in passato di atti persecutori nei confronti della ex compagna. Anche questa volta la contestazione è la stessa, e con essa dovrebbe scattare il “codice rosso”, la procedura d’urgenza per la tutela delle vittime di violenza o stalking.
La procura, con la dottoressa Emanuela Greco, ha disposto per lui gli arresti domiciliari in attesa dell’udienza di convalida che si svolge stamani alle 10.
L’avvocato Alessandro Massai, che lo assiste, segue la vicenda e prepara la strategia difensiva. Dovrà chiarire in sede processuale la dinamica di una serata che, secondo alcune ricostruzioni, l’uomo avrebbe immaginato come un tentativo di chiarimento, ma che nei fatti si è trasformata in un intervento urgente delle forze dell’ordine.
Per la zona industriale, dove alcune attività restano aperte fino a tardi, compresa una sala giochi a breve distanza dai fatti, è stata una serata di grande allarme. Chi era presente racconta la concitazione di quei minuti e la paura suscitata da quell’arma così simile a una vera.
Il tema dell’uso di pistole a salve o da softair prive di segni distintivi torna così al centro dell’attenzione: oggetti inoffensivi che, in certi contesti, possono generare panico e razioni pericolose. La scena resterà impressa nella memoria di chi l’ha vissuta: anche se le forze dell’ordine, con un gioco di squadra, sono riuscite a intervenire nel giro di pochi minuti.