
Badanti (immagine d'archivio)
Arezzo, 10 novembre 2021 - Sono oltre 4mila le badanti regolarmente assunte in provincia di Arezzo e secondo una stima della Asl, mille quelle che ancora non si sono vaccinate. Un campanello di allarme suonato dall’azienda sanitaria, visto il lavoro prezioso e a contatto con soggetti fragili e anziani che le badanti compiono ogni giorno. Da qui la nuova campagna della Asl, organizzata insieme ad associazioni, patronati e farmacie, diretta proprio a questa categoria di lavoratrici. I numeri parlano di una assoluta prevalenza della componente femminile, ad Arezzo: 3.868 contro 250 uomini. Il 65% proviene dai paesi dell’Europa dell’est.
«Se incrociamo questi dati con le percentuali dei vaccinati, scatta la necessità di promuovere la vaccinazione, in modo particolare, verso le badanti dell’Europa dell’est. Le donne di nazionalità rumena vaccinate con almeno una dose nella Asl Tse non arrivano al 60%«, scrive la Asl in un nota. Per raggiungere il maggior numero di persone possibili l’azienda ha deciso di intraprendere due strade: una lettera aperta alle badanti e l’individuazione di sedute vaccinali specifiche.
Una macchina complessa in sinergia con associazioni, patronati, sindacati, categorie economiche: tutti i punti di riferimento sia della badanti che dei loro datori di lavoro. Rinnovata collaborazione anche con le farmacie che hanno confermato la loro disponibilità per i vaccini. «L’assistenza alle persone fragili è un’attività fondamentale che vede le badanti coinvolte in prima persona. Aver cura di loro vuol dire anche non esporre né gli anziani e i disabili né le badanti ai rischi derivanti dal Covid. Stiamo cercando, nei limiti del possibile, rapporti diretti che incentivino alla vaccinazione.
Nelle sedute dedicate saranno presenti sia nostri operatori sanitari che mediatori culturali per fornire informazioni e chiarimenti», ha sottolineato Stefania Magi, responsabile della medicina interculturale. A partecipare attivamente alla campagna, attraverso un video messaggio, l’europarlamentare rumeno Nico Stefanuta (nella foto sopra): «il vaccino è l’unica soluzione che ci resta per non arrivare in terapia intensiva o, peggio, al cimitero.
Per favore – ha detto rivolgendosi ai suoi connazionali in Italia – non credete più a tutti i tipi di bugie che sentite». Per sostenere la campagna la Asl ha fissato tre date, quella di domani, del 28 novembre e del 2 dicembre al Centro Affari dalle 14:30 alle 19:30 dove sarà possibile usufruire della mediazione in lingua romena e di informazioni sul vaccino. Sarà necessario portare un documento di riconoscimento, e la tessera sanitaria o Stp o Eni. «Chi non ha la tessera - scrive la Asl - può presentarsi con il solo documento di riconoscimento». Il vaccino potrà essere effettuato anche nelle farmacie del territorio che aderiscono alla campagna.