"Mi si fermò il cuore nel corteo, ora soccorro"

Paolo Gialli salvato con il defibrillatore da figurante alla Giostra: "Così cerco di aiutare gli altri". Oltre mille dispositivi in provincia

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Oltre mille defibrillatori in tutta la provincia, 34mila persone formate e la percentuale di sopravvivenza arrivata fino al 40% degli interventi. Sono i numeri risultato della campagna di distribuzione di Dae sul nostro territorio. "Un risultato eccezionale, che però non ci basta, per questo stiamo lavorando per diffondere ancora di più la presenza dei Dae anche nei grandi condomini, ad esempio, e soprattutto cerchiamo di formare più persone possibile ad un corretto intervento" spiega Massimo Mandò, direttore del dipartimento Emergenza Urgenza della Asl, da sempre in prima linea per la diffusione della cultura dell’uso del defibrillatore automatico e semiautomatico.

L’occasione per spiegare l’importanza della prevenzione cardiaca e i vantaggi del pronto intervento oggi, per il Defibrillation Day, in piazza San Jacopo tra le 8,30 e le 13. Saranno presenti medici e infermieri della Asl, il dipartimento di EmergenzaUrgenza, assieme alle associazioni di volontariato come la Croce Rossa, la Misericordia e l’Anpas. "Arezzo è una provincia che da oltre dieci anni è impegnata in una costante campagna di sensibilizzazione e potenziamento di questo fondamentale presidio di vita che è il defibrillatore" continua.

L’utilizzo tempestivo di un defibrillatore consente, oltre che di evitare la morte, di ridurre drasticamente i danni conseguenti ad un arresto cardiaco.

A testimoniarlo ci sono le storie, molte, di persone a cui è stata salvata la vita grazie ad un defibrillatore.

Come quella, conosciuta, di Paolo Gialli (nella foto), appassionato di Saracino e di Porta Santo Spirito. Oggi ha 67 anni, ma nel 2016 ha rischiato di morire al Saracino.

"Fu un anno incredibile, racconta, si svolsero ben tre Giostre, e le vincemmo noi del Santo Spirito. Per la Giostra di agosto ricordo che mi chiesero di fare il tamburino. La mia sfilata, però, si fermò in via Ricasoli. Le gambe mi cedevano e facevo fatica a respirare. Mi fermai e i miei amici chiamarono subito i sanitari, che seguivano il corteo. Non ricordo altro, mi svegliai in ambulanza e vidi gli occhi di una dottoressa. Mi raccontarono che il mio cuore si era fermato e fu necessario defibrillarmi. Da allora vivo con un defibrillatore cardiaco nel mio petto e non ho più avuto problemi", racconta Gialli. Ora Paolo ha fatto i corsi ed è pronto a soccorrere chi subisce un attacco di cuore. "Ho pensato che il minimo che potevo fare era mettere a disposizione degli altri la mia esperienza".

Gaia Papi