CLAUDIO ROSELLI
Cronaca

Mercato di San Lazzaro. Inizia il commercio di bestiame in città. Poi sbocciano le Fiere

Affondano nel passato le radici dell’appuntamento clou di primavera. Più di mille anni fa erano due gli eventi: a settembre e a marzo. Dallo scambio di animali si passa alla vendita di cibo e vestiario. .

Mercato di San Lazzaro. Inizia il commercio di bestiame in città. Poi sbocciano le Fiere

Mercato di San Lazzaro. Inizia il commercio di bestiame in città. Poi sbocciano le Fiere

Giovedì, venerdì, sabato e quinta domenica di Quaresima, detta anche di Passione. Sansepolcro ritrova il suo vero evento di massa: le Fiere di Mezzaquaresima, simbolo a loro modo della città. Il commercio è infatti un capitolo importante della storia e della tradizione di Sansepolcro, essendo da sempre località di confine e, come tale, di rilevanza strategica anche per scambi e mercati. In ultima analisi, bisogna tornare indietro di quasi mille anni: nel 1057, papa Stefano IX invia all’abate Felice la bolla che gli concede la possibilità di aprire un piazzatico per fare mercato nell’abbazia. I mercati erano momento di incontro fra la gente e portavano soldi, magari anche qualche pestilenza.

In un tempo successivo, ecco spuntare sul calendario le due grandi fiere, così ben distribuite nell’arco dell’anno: il Mercato di Sant’Egidio a inizio di settembre, in onore di uno dei fondatori della città (era il più importante, ma è anche scomparso) e quello primaverile, con al centro il bestiame. L’una, quella di settembre, era detta anche fiera del cocomero; l’altra era quella dei fichi secchi. Nel 1258, con l’edificazione della chiesa e del convento di San Francesco, viene tolta la cinta muraria e portata all’altezza attuale sul lato di Porta del Castello; fino a quel momento, i luoghi in cui si svolgeva il mercato erano l’attuale via XX Settembre e l’attuale via Matteotti. Il periodo dei Malatesta e il successivo passaggio alla Repubblica Fiorentina avevano gettato i presupposti della crescita di Sansepolcro, che con il tempo era riuscita a svilupparsi anche più di Città di Castello, chiedendo a più riprese di potersi staccare e diventare autonoma, anche perché dopo il passaggio all’attuale Toscana non vi erano più ragioni plausibili per continuare a rimanere sotto la diocesi di Città di Castello. L’obiettivo va in porto nel 1520, quando papa Leone X firma la bolla che assegna a Sansepolcro la titolarità della diocesi con il conseguente passaggio a città, dopo che i commerci di panni, la produzione del guado e l’agricoltura avevano creato il benessere economico. Ed è proprio l’incremento del commercio che fa di Sansepolcro, già a inizio del XIV, un luogo di fiere e mercati. Le Fiere di Mezzaquaresima prendono origine dall’antica Fiera di San Lazzaro, che era un mercato del bestiame. Per farla breve, insomma, la fiera del bestiame si è trasformata anche in fiera di articoli vari e centinaia di ambulanti che, provenienti da varie regioni d’Italia, affollano le vie del centro storico con le loro bancarelle, esponendo ogni tipo di mercanzia e richiamando visitatori da tutti i paesi della vallata.