Mercatissimo, il grande risveglio Riparte l’evento dei trecentomila

Dopo tre anni anche il carosello dei banchi buca la pandemia e si ripropone dal 7 ottobre in centro. Maggiori distanze, una piazza per i concerti, una per i prodotti locali, orario no stop fino alle due di notte

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di Alberto Pierini

AREZZO

Dov’eravamo rimasti? All’ultimo biscotto al cocco della staffa o al piatto di paella "grattato" dalla padella quasi esaurita? Di sicuro eravamo rimasti a quell’ottobre del 2019. Al capolinea dell’edizione numero 15 del Mercato Internazionale. Non sapevamo allora, sgranocchiando il cocco, che da quel momento nulla sarebbe stato come prima. Che dopo pochi mesi il mondo, e non solo quello dei sapori, si sarebbe fermato, tutti o quasi chiusi in casa ad aspettare la fine della pandemia. Non sapevamo che l’abbuffata internazionale si sarebbe bloccata per tre anni. Un digiuno che ora si spezza: perché la festa riparte, prossimamente qui.

Dal 7 ottobre riapre il Mercatissimo, l’evento dei trecentomila e passa, l’affare faraonico da milioni di euro. "Siamo felici di riprendere questo percorso" sussurra la vicedirettrice di Confcommercio Catiuscia Fei. Per due anni era stata la prima a frenare, per evitare di alimentare il contagio. Ora torna a pigiare sull’acceleratore. "E’ un evento che offriamo alla città perché mai come ora è il momento di muoversi al freddo della crisi". Una massima cara al suo direttore Franco Marinoni ma che volentieri mutua per lanciare l’evento. Al suo fianco i partner dell’avventura, davanti una piccola rappresentanza di cuochi, ambulanti, standisti.

Alla parete il cartello che annuncia il ritorno. Non sarà ad occhi chiusi. Stavolta le distanze tra i banchi sono state ampliate, anche se è difficile fare miracoli su una superficie ampia (quasi tre chilometri) ma contesissima. Però il pensiero c’è stato. Ed è una delle novità che si incrociano ai punti fermi dell’evento.

Il percorso resta quello: un serpentone che da via Spinello a via Niccolò Aretino abbraccerà tutta l’area che dall’Eden arriva fino a piazza Sant’ Agostino. La solita tavolata infinita. In una no stop che ogni giorno andrà dalla mattina alle 9, a cavallo della prima colazione, alle 2 di notte, dal cappuccino all’ultimo ammazza caffè.

Due piazze saranno a tema. Quella di San Jacopo casa della Coldiretti, con i prodotti chilometri zero: olio, miele, vino, birra agricola, prodotti dei campi, fiori. Provando finalmente a richiamare almeno parte della folla oltre quei cento metri che la dividono dai Bastioni. L’altra piazza sarà Sant’Agostino. Che stavolta non farà la coda agli stand ma proverà ad appoggiare la musica alla grande voglia dei locali di diventare un tassello del "Mercato.

Un mercato, come raccontiamo a fianco, sempre più aretino e meno internazionale: non perché saltino la carne argentina o gli arrosti brasiliani, ma perché aumentano progressivamente le presenze locali. In un mix che per tre giorni darà la scossa al centro storico.

Anzi, il menu in tavola si colora di nuovi sapori. Ci sarà il debutto della cucina cubana, faranno il loro ingresso le tradizionali steak irlandesi, confermata la presenza dei prosciutti spagnoli, dopo il debutto 2019 della patanegra.

Ci sarà la gastronomia indiana, quella che nei film ti afferra dallo schermo con le sue spezie inarrivabili. Arriverà anche il bao, a dispetto del nome non un’esternazione a quattro zampe ma il tradizionale panino al vapore giapponese. Non vi basta? Poco male: ecco i dolci della tradizione marocchina, le patatine fritte olandesi. Ad incrociarsi con gli stinchi di maiale, il classico prodotto da coda, sia a pranzo che a cena.

Poco meno di 200 operatori del circo mondiale dei sapori, in arrivo da 35 Paesi. Per loro Arezzo non è una delle tappe: è la tappa, quella dagli incassi migliori, quella del grande pubblico, quella alla quale non puoi rinunciare. Lo hanno fatto per due anni, leccandosi le ferite: e ora tornano per scoprire dove fossero rimasti.