
di Lucia Bigozzi
"C’è il rischio dell’ennesimo caso di dismissione e delocalizzazione del lavoro" scrivono i sindacati nella nota che segue e sintetizza i contenuti dell’assemblea dei lavoratori, ieri in sciopero e preoccupati per l’ipotesi di "trasferire la produzione altrove".
La vicenda riguarda il futuro dello stabilimento di Castelnuovo Scrivia, in provincia di Alessandria, dove il Gruppo Menci che tre anni fa ha acquisito il ramo d’azienda Acerbi, produce cisterne per il trasporto di gas e carburante.
I 48 dipendenti hanno "individuato e condiviso un eventuale percorso di rivendicazioni in difesa del proprio posto di lavoro, da attuarsi in base all’esito del confronto" con l’azienda fissato per il 21 giugno, ribadisce la nota di Fiom Cgil, Uilm-Uil e Rsu.
Al tavolo di mediazione parteciperà anche il sindaco di Castelnuovo Scrivia Gianni Tagliani con "l’obiettivo di trovare una soluzione condivisa a tutela dei lavoratori che, se perderanno il posto, non sarà certo perché non si trova un capannone alternativo".
Dal quartier generale di Castiglion Fiorentino, Simone Gemini, direttore risorse umane del Gruppo Menci, ribadisce la linea: "Disponibili a trovare una soluzione condivisa ma riteniamo prematuro tirare fuori conclusioni affrettate, ben prima dell’incontro con le organizzazioni sindacali e le rappresentanze istituzionali.
Da parte nostra, confermiamo l’intenzione di tenere aperto un dialogo per individuare una soluzione il più possibile condivisa rispetto a una situazione che si è complicata, al di là delle nostre aspettative e volontà.
Considerare il contesto in cui si inquadra l’intera vicenda è fondamentale per comprendere cosa sta accadendo".
Il faccia a faccia, tra meno di dieci giorni, dovrà servire a individuare un via d’uscita rispetto all’impasse che si è creata e da Castiglion Fiorentino, il Gruppo Menci conferma che "la priorità è continuare a impegnarsi per trovare una soluzione nel territorio in cui già operiamo".