REDAZIONE AREZZO

Mega-yacht: milioni Bpel alle Isole Vergini. Consegnati e dirottati nei paradisi fiscali

Ancora un risvolto a sorpresa nel caso eclatante sulla costruzione del panfilo più grande del mondo: sul caso indaga la Procura di Civitavecchia. No ai Pm sul sequestro integrale della liquidazione Bronchi

Lo yacht nel cantiere di Civitavecchia

Arezzo, 15 maggio 2016 - Di tutti gli affari di Banca Etruria è indubbiamente il più scombiccherato e anche il più colorito. Trentadue milioni persi (in buonissima compagnia di molti big del sistema creditizio nazionale) nel finanziamento di quello che avrebbe dovuto essere (ma pare un po’ la storia di Totò e il Colosseo) lo yacht più grande del mondo, che si è divorato 140 milioni di finanziamenti per rimanere al livello di carcassa arrugginita nel porto di Civitavecchia.

Bene, adesso si scopre che di quei soldi (la quota di Bpel è segnalata dal commissario liquidatore Giuseppe Santoni come una delle grandi sofferenze che hanno portato al crac) 46 sparirono subito, appena erogati, nel paradiso fiscale delle Isole Vergini, zona dei Caraibi, in un tourbillon di cifre e di nomi che è costato l’iscrizione nel registro degli indagati all’amministratore delegato di Privilege Yard Spa, la società capofila, l’ultrasettantenne Mario La Via, e ad altri eccellenti come l’ex ministro Vincenzo Scotti, che dalle carte figura come presidente onorario anche se lui ha giurato di no pure davanti agli inquirenti.

Perquisito anche l’ex viceministro di An Mario Baldassarri, mentre la procura di Civitavecchia, che procede per bancarotta fraudolenta, sta cercando di capire il ruolo del cardinale Tarcisio Bertone, che benedisse il cantiere e il cui entourage risulta destinatario di donazioni benefiche per alcune centinaia di migliaia di euro proprio da Privilege.

Ma di nomi eclatanti ce ne sono anche altri: Gianni Rivera, già membro del Cda di Privilege Fleet, il generale in pensione della Guardia di Finanza Giovanni Verdicchio, l’ex segretario dell’Onu Javier Perez de Cuellar, presidente di Ultrapolis a Singapore, la controllante di Privilege. In realtà, dietro questa girandola di eccellenti, ci sarebbe sempre La Via con i suoi affari e la sua idea: costruire un mega-yacht più grande del Nabila dello sceicco Kashoggi, destinato, nelle voci ma solo in quelle, a una coppia glamour di Hollywood come Brad Pitt e Angelina Jolie.

Si parte nel 2007, nel 2009 arriva il primo finanziamento di Etruria: 20 milioni col Banco di Sardegna per l’allestimento del cantiere. Ma il big business è quello dei primi mesi del 2011, quando si costituiscono due pool di finanziamento coi giganti del credito: del primo, a febbraio, è capolista proprio Bpel, l’erogazione è di cento milioni, insieme a Bpm, Mps, Unicredit, Intesa e Banca Marche.

Il secondo è guidato da Mps e stanzia altri 20 milioni. In tutto 140 milioni, 46 dei quali prendono subito la strada, tramite bonifico, della Privilege Yard Inc. delle Isole Vergini. Ufficialmente per le spese di progettazione, ma se ne perdono le tracce. Una delle garanzie offerte dalla società di La Via era una dichiarazione della londinese Barclays Bank, pronta a mettere a disposizione 180 milioni, ma solo a «barca in mare», condizione ovviamente che non si è mai verificata.

Di tanto rumore è rimasto solo un curatore fallimentare, la dottoressa Daniela De Rosa, cui le banche hanno chiesto indietro i 146 milioni: 34 Bpm, 32 Etruria, 27 Mps, 18 Intesa e Unicredit. Intestate a Privilege ci sono anche una Ferrari in leasing e una Maserati. L’impressione è che presto anche la procura di Arezzo, già in contatto con quella di Civitavecchia e con la Finanza di Roma che indaga, potrebbe aprire un fascicolo. Ancora per bancarotta.

di Salvatore Mannino