
"Medioetruria? Creti non passerà". Regione: a rischio la nuova stazione
Dossier Medioetruria in stand by. Con la Regione che rimarca il no all’idea Creti uscita in pole position dal tavolo romano. L’assessore toscano ai trasporti Stefano Baccelli non chiude la partita, ma pianta paletti su percorso e metodo. E ha già pronto il piano B.
Assessore avete presentato a Rfi le vostre osservazioni?
"Sì e a questo punto resta un elemento imprescindibile: non si può realizzare la stazione medioetruria in Toscana senza il consenso della Regione".
Qual è la via d’uscita?
"O si riapre il tavolo - e dovrebbe essere il ministero a farlo - per ragionare su base politica della questione, certamente trovando una sintesi con Regione Umbria, oppure siamo in un cul de sac e forse è meglio pensare alla valorizzazione delle stazioni già idonee, cioè Arezzo e Chiusi, con adeguamenti e interventi migliorativi".
Intende più fermate di treni alta velocità ad Arezzo e Chiusi?
"Certamente, pensiamo a una implementazione delle corse e a interventi di adeguamento mirati al potenziamento dei due scali ferroviari. Del resto, già nell’analisi tecnica Arezzo prevedeva un adeguamento che in termini di costi era infinitamente inferiore all’idea di fare una stazione ex novo. Ma Arezzo è stata espunta dalle ipotesi possibili sul presupposto che il mandato era quello di fare una nuova stazione".
Su quali aspetti avete contestato le valutazioni di Rfi?
"Ci sono criteri e analisi che non condividiamo neppure dal punto di vista tecnico rispetto al lavoro prodotto. Ad esempio sul calcolo dei flussi turistici o la “mancata“ accessibilità della stazione di Creti tramite treno. Abbiamo contestato gran parte degli elementi evidenziati dai tecnici sull’indicazione di Creti. Per noi, non c’è un’evidenza tecnica che porti la stazione dell’alta velocità a Creti, tutt’altro. Al punto che avevamo sollecitato la valutazione tecnica su una pluralità di ipotesi e non su quella che è apparsa come unica soluzione".
Ma se il tavolo romano si è chiuso con l’ok a Creti, ora cosa accade?
"Il tavolo di confronto è stato chiuso in maniera paradossale perchè indica una soluzione che non si può fare se Regione Toscana non è d’accordo. Non so se sia stata una soluzione pro-Umbria, tuttavia è una chiusura che non porta alla realizzazione della stazione Medioetruria a Creti, questo è certo. E se questa è la prospettiva, noi diciamo: valorizziamo Arezzo e Chiusi, stazioni già idonee alla fermata dell’alta velocità. Altrimenti, si dovrà riaprire la discussione su Medioetruria ma dovrà essere un’iniziativa del ministero".
Siena e Perugia spingono per accelerare a Roma l’iter su Creti. Cosa risponde?
"Si tratta di affermazioni retoriche prive di sostanza concreta. Di fatto, hanno approvato un’opera che nasce in Toscana senza il consenso della Regione. Non vedo proprio come possa stare in piedi una posizione del genere.
In particolare cosa avete bocciato sull’opzione Creti?
"Si tratterebbe di una cattedrale nel deserto. Viene addirittura
valorizzata l’implementazione dei collegamenti con servizi bus che non è prevista per altre ipotesi. In quello studio non è valorizzata affatto, ad esempio, la caratteristica di Rigutino che ha già l’accessibilità ferroviaria. E a un certo punto del confronto, al tavolo emergeva che in termini di costi-benefici, la soluzione migliore sul piano della fattibilità era Arezzo. Poi è scomparsa dallo studio dei tecnici. Mi domando: qual è stato il salto successivo? Il criterio di fondo era: siccome vogliamo fare una nuova stazione, individuiamo Creti. Per noi ci sono state evidenti forzature tecniche".