FEDERICO D’ASCOLI
Cronaca

Maxievasione da 10 milioni. False fatture con il palladio: sequestri e cinque arresti

L’indagine condotta dalla guardia di finanza è arrivata anche in Svizzera . Il metallo prezioso usato per scambi in nero con oro, argento e platino. .

Maxievasione da 10 milioni. False fatture con il palladio: sequestri e cinque arresti
Maxievasione da 10 milioni. False fatture con il palladio: sequestri e cinque arresti

È lo pseudonimo di un noto architetto padovano noto per le sue ville ma è soprattutto un metallo sempre più importante nell’evoluzione tecnica e stilistica del mercato orafo. Il palladio non è solo un sostituto delle leghe di platino o delle leghe di oro bianco ma negli ultimi anni occupa una propria nicchia perché è un metallo prezioso che ha peso specifico inferiore all’oro e quasi pari alla metà del platino. Un metallo su cui, di conseguenza, si concentrano anche appetiti criminali.

Come quelli scoperti dalla guardia di finanza di Arezzo che ha arrestato cinque persone (tra cui nessun aretino), ora agli arresti domiciliari, ed eseguito sequestri per un valore di circa 10 milioni di euro, pari all’evasione fiscale su un giro d’affari fatturato di quasi 60 milioni. Durante le indagini dell’operazione "Palladium" era stato anche intercettato un trasporto illecito di un corriere dell’organizzazione, bloccato al suo arrivo ad Arezzo con circa 2 chili di oro e 25 mila euro in contanti, poi sequestrati. Al termine delle perquisizioni sono stati sequestrati 17 fabbricati, 121 terreni, oltre 100 mila euro in contanti, quasi 180 chili di argento, 3,7 chili di palladio, 3 società, 7 auto e 8 orologi.

Nel corso dell’operazione delle fiamme gialle aretine sono state eseguite 18 tra perquisizioni e sequestri non solo ad Arezzo ma anche a Pisa, Roma, Parma, Alessandria, Terni, Nuoro, L’Aquila, Lucca ma anche in Svizzera grazie a una rogatoria internazionale.

Il meccanismo per aggirare il fisco, ricostruito dal nucleo di polizia economico-finanziaria, andava avanti grazie a un numero esagerato di scambi commerciali intercorsi fra diverse società, con sede in Toscana, Emilia-Romagna, Piemonte e Lazio. Le aziende emettevano fatture false per quasi 60 milioni di euro e acquistavano in nero grandi quantità di palladio e platino di dubbia provenienza, evadendo l’Iva per quasi 10 milioni di euro e autoriciclando il denaro ottenuto con l’acquisto di oro puro. Lo schema di frode, che ha coinvolto complessivamente 13 persone e 8 società che sono state denunciate, aveva al centro una società pisana che produce e vende metalli preziosi che fra il 2019 e il 2023, ha acquistato sistematicamente palladio e platino in nero.

L’associazione a delinquere scoperta dai finanzieri aretini si avvaleva di due "società cartiere", prive di struttura e gestite dai vertici dell’organizzazione con l’intestazione a prestanome e create solo per convogliare il grande debito tributario senza versare mai l’Iva.

C’erano anche due società filtro, anch’esse di fatto gestite dai promotori dell’organizzazione, mantenute in condizioni di neutralità fiscale e destinate a creare uno schermo tra la società beneficiaria finale e le "cartiere" per l’acquisto iniziale in nero del palladio e del platino, e poi nelle fasi successive, con l’acquisto di oro puro in diversi banchi metalli. L’oro comprato veniva immediatamente scaricato con false cessioni alle "società cartiere", facendone così perdere le tracce, mentre, in realtà veniva in gran parte restituito in nero alla società filtro che lo utilizzava per pagare il palladio e il platino acquistati senza fatturare. L’oro veniva infine monetizzato tra la società beneficiaria e le società filtro, effettivamente operative. In questo modo anche le società filtro ottenevano un profitto illecito.