Martina, clamoroso ribaltone: i due giovani assolti. Il babbo: "Non c'è più giustizia"

La Corte di appello di Firenze ha rovesciato la sentenza di primo grado sulla morte della ragazza. Esulta Luca Vanneschi: "E' la fine di un incubo durato nove anni"

Martina Rossi

Martina Rossi

Arezzo, 9 giugno 2020 - Clamoroso a Firenze: la Corte d'Appello ha ribaltato la sentenza di primo grado sul caso di Martina,la ragazza morta precipitando dall'albergo nelle Baleari. I due giovani sono stati assolti.

Non sono stati Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi,secondo i giudici, a provocare la morte della ragazza e la sua caduta dalla terrazza dell'albergo. Non si sono macchiati del reato per il quale erano stati condannati in primo grado: la tentata violenza sessuale di gruppo.

Amarissimo il commento del babbo, Bruno Rossi, che per anni ha combattuto perché alla figlia venisse restituita la dignità, convinto che mai si sarebbe buttata per sua scelta da quella terrazza. "Non c'è più Martina e non c'è più nemmeno la giustizia".

Uno degli assolti, Luca Vanneschi, ha saputo della sentenza dal suo avvocato Stefano Buricchi al telefono. "E' la fine di un incubo durato nove anni".

E’ l'epilogo inatteso di una storia che da anni tiene banco, con i suoi dubbi e i suoi interrogativi. E che se non fosse stato per il lockdown, avrebbe dovuto essere finita da un pezzo. Già a metà marzo, infatti, i giudici della corte d’appello di Firenze avrebbero dovuto andare in camera di consiglio per la sentenza, ma tutto si è fermato per il virus.

E orasi è ripreso dall’ultimo atto, con le repliche del sostituto procuratore generale Luciana Singlitico, degli avvocati difensori e dei colleghi di parte civile. Con l’ombra di una richiesta di condanna a tre anni che pendeva già sulle spalle dei due giovani di Castiglion Fibocchi accusati della morte di Martina Rossi, la studentessa genovese che all’alba del 3 agosto 2011, una vita fa, precipitò dal sesto piano del grande albergo di Maiorca in cui era in vacanza.

Perchè tre anni, quando Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, i due protagonisti di questo giallaccio infinito, erano stati condannati in primo grado, dicembre 2018, al doppio? Per la semplice ragione che nel frattempo era caduto per prescrizione una delle due imputazioni, la morte come conseguenza di altro reato. E’ rimasto appunto «l’altro reato», il più esemplificativo, anche se in termini di pena vale alla pari, ossia il tentato stupro di gruppo.

Quello per il quale il Pg Singlitico chiedeva adesso il massimo del consentito. La ricostruzione del Pm Roberto Rossi, avallata dalla sentenza del tribunale presieduto da Angela Avila, la ricorderanno tutti. Martina che si ritrova nella camera 603 dell’hotel insieme ad Alessandro e Luca, mentre amici di loro e amiche di lei si sono appartati nella stanza del primo piano. I due giovani provano a violentare la studentessa, lei si divincola, fugge sul balcone, cerca di scavalcare verso la camera vicina ma perde l’equilibrio e cade giù.

Una storia che ha commosso l’Italia, che è stata oggetto di infinite trasmissioni tv, ma che è sempre stata fieramente contestata in radice dai due accusati e dai loro difensori, Tiberio Baroni e Stefano Buricchi. Loro continuano a farsi forti della testimonianza della cameriera Francisca Puga, che non è mai stata sentita in aula e che nelle rogatorie spagnole parla di Martina come di una che si è lasciata cadere.

Non è possibile, dicevano e dicono allo sfinimento i genitori di lei, Bruno Rossi, antico camallo genovese, e Franca Murialdo, nostra figlia non era tipo da suicidarsi. Non è possibile, ripete l’accusa, la cameriera non ha visto bene. E’ questo l’ostacolo principale sulla via della sentenza: bastano le prove raccolte a superare il racconto della Puga e di altri testimoni che gli avvocati vorrebbero risentire?

Una decisione, ovviamente, che solo la corte d’appello poteva prendere. E l'ha presa: decidendo per l'assoluzione. Senza neanche percorrere la strada di ripartire con un’istruttoria dibattimentale che sarebbe potuta andare avanti per settimane.

Resta per l'accusa la strada della cassazione, ma con la prescrizione all'angolo tra poco più di un anno. Mamma Franca e babbo Bruno, assistiti da Stefano Savi e Luca Fanfani, non molleranno di sicuro. 

Loro portandosi sulle spalle la figlia, come spesso Bruno ha raccontato, in tutta questa vicenda. Ma certo ad uscire da questa sentenza riabilitati sono i due giovani di Castiglion Fibocchi, da anni accusati di un reato gravissimo che adesso è come evaporato.