TITTI GIULIANI FOTI
Cronaca

Il primo viaggio dell’elefante. Storia giurassica di un mammut

Valdarno, concluso lo scavo paleontologico

Parte dello staff che ha curato il ritrovamento del mammuth

Terranuova Bracciolini, 16 settembre 2017 - QUATTRO metri di altezza, sei di lunghezza e un peso di dieci tonnellate. E’ riapparso da una storia lunga un milione e mezzo di anni un elefante preistorico che viveva nel Valdarno. Ancora una volta la realtà supera la fantasia: come può essere che un esemplare di mammuth preistorico, sia stato a due passi da noi senza che nessuno se ne accorgesse fino a oggi, è un mistero. Una zanna, due zanne, ossa giganti: è stato il proprietario del terreno a fare il ritrovamento e a chiamare immediatamente autorità ed esperti.

Poi anche alcuni cacciatori hanno individuato ossa di questo elefante. Una scoperta quasi incredibile che ha dato il via al più scenografico scavo paleontologico d’Italia, diretto dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Siena, Grosseto e Arezzo ed effettuato insieme all’Accademia Valdarnese del Poggio e il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Firenze. Il primo ‘viaggio’ dell’ elefante si è concluso ieri mattina con uno scavo paleontologico che ha riportato alla luce il mega cranio e le difese di un esemplare di – già classificato ‘Mammuthus meridionalis’ – vissuto nel Valdarno oltre un milione e mezzo di anni fa. L’operazione più delicata è stata quella finale, cioè il distacco del pesantissimo fossile dal terreno che e si è rivelata un problema dal punto di vista logistico. Il luogo di rinvenimento si trova in località il Tasso a Terranuova Bracciolini, nella proprietà di Giuseppe Nuti, su una delle caratteristiche balze, ambiente molto suggestivo ma raggiungibile solo con mezzi agricoli. Grazie ad un ingegnoso sistema a scivolo, l’elefante imbracato ha percorso la distanza che lo separava dal fondovalle, ed è quindi stato caricato su un mezzo speciale per il trasporto. Non c’era solo il resto del mammuth nell’imbracatura, ma la storia del mondo, con uno staff di tecnici impegnati, emozionati da una scoperta che mette un punto sulle ere geologiche del Valdarno. Il mammuth ora si trova in un ambiente allestito da laboratorio di restauro.

Ci vorranno mesi per liberare il fossile dal sedimento e per consolidarlo, in attesa di arrivare al Museo Paleontologico di Montevarchi. Alla buona riuscita dell’operazione hanno contribuito anche l’impegno di cittadini, istituzioni e aziende che per questo gigante hanno fatto un altro importante passo con la campagna ‘Sos Mammuthus’. Sul sito del Museo Paleontologico di Montevarchi è partita la raccolta fondi necessaria a finanziare questa straordinaria scoperta. Il grosso reperto giace protetto con un’incamiciatura in poliuretano, legno e ferro. Ci sarà poi la rimozione di quello che i tecnici chiamano ‘pane di terra’. Oltre la fantasia: è il ritorno di una specie estinta, originaria dell’Asia Minore, che entrò in Europa nel Pleistocene inferiore e ci rimette davanti a una realtà sconvolgente e vicina. Che questi mammuth erano diffusi all’inizio del Quaternario molto vicini a noi, in Valdarno. Altro che Jurassic Park.