REDAZIONE AREZZO

Madonna del Parto, vince il Ministero "Torni nella chiesa Momentana"

Il Consiglio di Stato boccia il ricorso del comune di Monterchi sulla collocazione del dipinto di Piero. Il vincolo cimiteriale può essere derogato e sono ammessi interventi di manutenzione e risanamento

La Madonna del Parto deve tornare nella chiesina di Santa Maria di Momentana, la piccola cappella del cimitero nella quale è stato per secoli e fino al 1992, anno del cinquecentenario della morte dell’artista, perché da allora "dimora" in paese, nell’edificio della ex scuola elementare di via della Reglia, trasformato in vero e proprio museo con tanto di supporti multimediali. La decisione del Consiglio di Stato è arrivata nel piccolo comune della Valtiberina come un fulmine, e ha fatto letteralmente saltare sulla sedia il sindaco Alfredo Romanelli. Dopo due sentenze contraddittorie del Tar che avevano dato l’una ragione al Comune e l’altra al Ministero per i Beni culturali, i giudici dell’appello hanno accolto il parere del Dicastero che sostiene, tra l’altro, come gli "atti del Comune siano mossi dall’intento di sfruttare in direzione economico commerciale il dipinto marginalizzando la funzione di conservazione e valorizzazione".

In particolare – ritengono i giudici – che il Comune può derogare il vincolo cimiteriale, ritenuto dalla Municipalità uno dei fattori ostativi, e che comunque la dichiarazione di ’bene culturale’ espressa dal Ministero "non comporta di per sè alcun intervento d’edificazione incompatibile con il vincolo" perché "gli interventi strumentali alla valorizzazion del dipinto paiono riconducibili a quelli di manutenzione e di risanamento conservativo e, ammessi".

La storia più recente di una vicenda oramai ultradecennale inizia nel 2010, quando Comune e Diocesi trovano l’accordo per una nuova sede nell’ex convento delle Benedettine, che si trova proprio di fronte alla ex scuola. La Soprintendenza avalla questa soluzione, ma il Ministero inoltra un primo ricorso al Tar, che gli dà torto e allora torna alla carica in un secondo tempo: stavolta il Tar dà ragione al Ministero: il Comune si appella al Consiglio di Stato, che si è appena pronunciato. Al sindaco di Monterchi, Alfredo Romanelli, la sentenza non va proprio giù, forte anche dell’accordo con la Diocesi sulla proprietà comunale: "Sono arrabbiato, ma non con il Consiglio di Stato – dice il primo cittadino – quanto per l’atteggiamento di prepotenza del Ministero, che è persino andato contro un suo organo territoriale, appunto la Soprintendenza. Un autentico atto d’imperio, che non tiene conto di situazioni oggettive e che denota, a mio avviso, anche una scarsa conoscenza della situazione. Ho invitato a suo tempo il Ministero a fare un sopralluogo: ebbene, si è rifiutato, né accetta ragioni anche sul vincolo cimiteriale posto in quella zona. Se questa non è prepotenza… A Momentana – prosegue Romanelli – le condizioni per il ritorno del capolavoro non ci sono più, trattandosi di un luogo ristretto che non tiene conto dei criteri di luce e spazio sui quali si ’leggono’ le opere di Piero. La sentenza cancella trent’anni di storia e di lavoro portato avanti dal Comune, anche se la partita non finisce qui: la Madonna del Parto è di proprietà della comunità locale e l’amministrazione è sua volta proprietaria della chiesa di Momentana, per cui da noi debbono per forza passarci. In fondo, abbiamo spostato il dipinto di soli 500 metri, vi abbiamo investito e non è finito in un’altra parte del mondo. Se anche qualcuno si appellasse al Codice Urbani sulla ricollocazione delle opere nei luoghi originari, mi sembra che sia una regola applicata solo quando fa comodo". Romanelli punta dritto l’indice anche sul silenzio della politica: "Debbo purtroppo rilevare la totale latitanza della politica, l’unica che può fare qualcosa, perché per ora hanno agito solo i funzionari dei palazzi romani del Ministero. Se la questione interessa, è ora di scendere in campo". In passato fu materia di contesa anche tra esperti d’arte. E lo stesso Vittorio Sgarbi si pronunciò a favore della collocazione in paese.

Erika Pontini

Claudio Roselli