
di Federico D’Ascoli
"Grazie per la tua amicizia". Quelle parole, dette prima di un pranzo insieme a Castiglione della Pescaia, sono le prime che mi vengono in mente ricordando Gina Sviato in Montaini. Una persona vera che andava aldilà della ballerina di musical, televisione e cinema. È morta improvvisamente domenica pomeriggio nella casa all’ultimo piano del palazzo di Campo di Marte per il dolore dei figli Francesca, Giuliana e Simone.
Era un piacere vero starla a sentire, la signora Gina. Parlava dei bei tempi davanti a un piatto fumante di pasta, in mezzo a sigarette, carte da gioco e nipoti festosi. Gina Montaini, classe 1938, mostrava la sincera ospitalità ereditata dai genitori romani di una compagnia di giro. Nacque per caso a Caravaggio, nel Bergamasco, dove gli attori si erano fermati per uno spettacolo. Fin da bambina, Gina era abituata a girare in lungo e in largo l’Italia tra una replica e l’altra.
Ricordare con Gina i ruggenti anni ’60 alla Rai e nei musical significava passare in rassegna una squadra di giganti dello spettacolo italiano: Raffaella Carrà, Mina, Marcello Mastroianni, Nino Manfredi, Aldo Fabrizi, la Sora Lella, Antonello Falqui, Armando Trovajoli, Ornella Vanoni e Gianni Morandi.
Nel cinema Montaini aveva interpretato piccoli ruoli: ad appena 15 anni nel film di Totò "Un turco napoletano", due battute nel ruolo di un’infermiera. Una quindicina di anni dopo, da ballerina già affermata, nel "Romeo e Giulietta" di Franco Zeffirelli.
Per tutti i Vip che aveva frequentato aveva un aneddoto, un ricordo, una curiosità. "Un giorno eravamo in tournée negli Stati Uniti e il coreografo Gino Landi mi sequestrò il portafoglio perché stavo finendo tutti i soldi al casinò" rivelava Gina con una risata sonora.
Su un solo nome rifiutava, sorridendo, qualsiasi ulteriore confidenza. Il flirt con Domenico Modugno era derubricato a perdonabile un peccato di gioventù.
Gina Sviato intanto saltava, sbracciava e volteggiava in trasmissioni cult della Rai anni Sessanta come Canzonissima e Milleluci. Erano anche i tempi dei grandi musical italiani e delle tournée internazionali. Montaini, fisico mozzafiato, aveva frequentato i palchi dei grandi teatri di Broadway con opere come il Rugantino e il Rinaldo in Campo con la compagnia Garinei e Giovannini.
Diventò aretina a trent’anni per amore. Galeotto fu uno spettacolo in cui non la perse un attimo di vista Luigi Montaini, di lì a poco presidente dell’Arezzo calcio. Invitato a Roma dall’impresario aretino Walter Fioroni, Gigi perse la testa e la conteggiò senza risparmiarsi. Non passò molto e i due si sposarono: nel dicembre del 1968 festeggiarono il sì i grandi nomi dello spettacolo come i testimoni Gino Landi e Armando Trovajoli.
Dopo qualche anno dedicato a tirar su i figli, Montaini tornò alla danza, dettando passi e tempi alle allieve fino al 2005. Prima insieme a Giovanna Papi nella scuola di via Mazzini e poi con Eugenia Ragone alla Catona. Dalle sue lezioni sono passate generazioni di aretine.
L’ultimo passo di danza stamani alle 11 nella chiesa di Saione.