
di Diego D’Ippolito
Lo chiamano tutti parco Giotto, ma ormai da anni la grande macchia verde a pochi passi dal centro è intitolata a Sandro Pertini. Il busto dello statista troneggia nell’unico punto rialzato del parco e osserva tutto: le generazioni di aretini che si alternano, le usanze che cambiano i problemi che restano. Perché il Parco è quel luogo dove si va da piccoli, ci si ritorna da grandi ci si riposa da anziani. Il Parco rimane. L’area del Pertini è ricca di attrazioni per bambini e sportivi, c’è una nuova illuminazione, un manto erboso di tutto rispetto, ma da ormai troppo tempo è priva di servizi igienici e non è un particolare da poco. L’area è frequentata da bambini ed anziani, tutti costretti ad arrangiarsi un po’ alla meglio, tornando a casa, se vicina, rivolgendosi ai bar della zona o riparando in luoghi di fortuna.
La situazione è ormai poco sostenibile se si aggiunge il fatto che in passato i bagni ci sono stati, poi chiusi e dimenticati. Oggi sono nuovamente lì, completamente ristrutturati, pronti ad aprire, ma quando? Il cantiere sembra ormai terminato, come agli sgoccioli è quello della struttura in concessione alla Koinè che verrà gestita da Menchetti, il colosso del pane e della pizza. Le mucche di legno non ci sono più ormai da tempo, sono state il simbolo per intere generazioni, non c’è più il gelato, le code alla cassa, non ci sono più centinaia di persone la sera dopo cena a far le vasche sulla strada centrale.
Sono cambiate molte cose ed è per questo che oggi sui cubi colorati c’è grande attesa, un esercito di umarell aspetta solo che quelle grate vengano rimosse, "ma intanto almeno i bagni", si sente dire tra i capannelli di nonni e genitori.