D’Ascoli
Si riparte daccapo con lavori
di rattoppo, senza
un progetto, come su ogni strada della città su cui affiora una buca. L’attività dell’Ucas, ricordava una trentina
d’anni fa Indro Montanelli,
in Italia è frenetica.
L’Ufficio Complicazioni
Affari Semplici
di montanelliana memoria
ha reso le nostre strade
un colabrodo e i lavori pubblici un’odissea.
L’esigenza di semplificare, velocizzare, rendere più trasparente la pubblica amministrazione è oggetto
di consenso diffuso ma sta fallendo grazie a una retorica di slogan da “guerra alla burocrazia”. Sui cantieri
e sulla manutenzione si naviga
a vista: strade asfaltate senza qualità per essere riparate
più volte dalle stesse aziende che le hanno realizzate per lavorarci ancora.
La qualità dell’azione amministrativa diventa così l’ultimo degli obiettivi.
Per via della stretta al bilancio, le amministrazioni hanno mezzi limitati per i compiti
che le si pongono ma poi finiscono per spendere di più. Fino a qualche anno fa era tutto più semplice: c’erano
tre stradini comunali che si muovevano subito, dopo
che qualcuno aveva segnalato la buca. Oggi il servizio
è affidato a ditte esterne,
con costi probabilmente superiori a tre stipendi e tempi di risposta forse non inferiori. Imboccare la strada giusta sui lavori pubblici sta diventando
la priorità di una città che affonda nei suoi cantieri.