
L’estate impazzita degli agricoltori Frutta e cereali: calo fino al 50% Viti sotto l’attacco del fungo killer
di Lucia Bigozzi
Frutta con il contagocce, cereali ridotti al lumicino, uva decimata. La stagione dei raccolti porta a galla un quadro provinciale segnato dagli effetti del clima impazzito, dal Valdarno alla Valtiberina passando per Casentino e Valdichiana. Le conseguenze dirette arrivano nel carrello della spesa o sulla tavola delle famiglie con i prezzi che aumentano e la tendenza dei consumatori a tagliare ciò che in questa fase può arrivare anche a costare il doppio di un anno fa. In Valdichiana gli agricoltori lanciano l’allarme sul calo, in alcuni casi drastico, della produzione di frutta. Alcuni esempi (come riportato nel grafico): le pere sono le più colpite perchè le temperature rigide di aprile hanno bloccato la fioritura sulle piante. Il raccolto è dimezzato e nella tabella stagionale i produttori sono costretti a segnare un -50%. È la stessa percentuale che viene stimata per le pesche precoci. "Forse riusciamo a salvare le altre tipologie del frutto che vanno a raccolta più tardi", è la speranza di un agricoltore che deve rinunciare a buona parte della produzione.
Va un pò meglio per le mele della Valdichiana: qui la previsione di calo è prevista tra il 30 e il 40%. Significa che in autunno e inverno, ci saranno meno mele a disposizione rispetto alla richiesta del mercato e i prezzi al consumo sono destinati a salire. C’è un altro settore in ginocchio: i cereali. In particolare grano duro e tenero e orzo, colpiti dalle piogge che tra maggio e giugno non hanno dato tregua ai campi, impregnando il terreno e penalizzando la maturazione.
In questo caso, la diminuzione delle quantità è stimata tra il 30 e il 40% ma potrebbe essere maggiore. Su molti terreni si possono notare coltivazioni "sdraiate" dalla potenza delle grandinate e la furia di acquazzoni che ancora non mollano la presa. Con i terreni impregnati di acqua, i macchinari non possono muoversi per lavorare e il prodotto risente di una bassa resa perchè non ha raggiunto il giusto livello di maturazione.
Si profila una stagione da dimenticare anche per le vigne sotto attacco. La flavescenza dorata è il "killer" che, sopratutto in Valdarno, uccide le piante e diffonde il contagio. C’è poi la peronospera, un "fungo" che attacca la vite e toglie nutrimento provocando una sorta di prosciugamento sui grappoli in formazione e sulle foglie. É una malattia endemica ma quest’anno è "esplosa" a causa delle piogge prolungate che hanno caratterizzato la primavera e questo inizio d’estate. Non solo: i trattamenti previsti dalle normative, non riescono ad avere effetto sulla peronospera perchè continuando a piovere sulle piante si crea un dilavamento che non consente una protezione sicura. Anche in questo caso, l’elevato tasso di umidità impedisce o rallenta la maturazione lungo i filari e sopratutto alimenta il fungo-killer, molto diffuso non solo in Toscana ma anche in Umbria e nelle Marche. Le stime danno un quadro molto grave: gli agricoltori prevedono una diminuzione dell’uva bianca pari al 60% del raccolto. "Non era mai successo negli ultimi anni", commenta sconsolato un vignaiolo. L’uva a bacca rossa resiste ma anche qui il calo è nell’ordine del 30-40%. A questo si aggiungono i costi più che raddoppiati per i trattamenti: "Siamo già al sesto, settimo trattamento. Un anno fa ne facevamo solo due". Il calo di quantità non corrisponde al calo di qualità ma è certo che in tavola quest’anno arriverà meno vino.