LUCIA BIGOZZI
Cronaca

Le storie che si incrociano Gli ex Bekaert in campo per i colleghi Fimer "Spesa gratis a chi occupa"

L’idea di Roberto Lurini: "Noi ci siamo già passati, c’è bisogno di un sostegno". La moglie Antonella è nel gigante valdarnese dal 1998: "Temiamo per il futuro". La solidarietà della gente: "Ci ha sorpreso, è un calore che ci rende più forti".

Le storie che si incrociano Gli ex Bekaert in campo per i colleghi Fimer "Spesa gratis a chi occupa"

di Lucia Bigozzi

L’idea è venuta a tavola. "Perchè non usiamo il fondo cassa del circolo aziendale per sostenere la vostra battaglia?", dice Roberto Lurini alla moglie Antonella Fabbri. Lui è un ex dipendente Bekaert e sa che cosa vuol dire "picchettare la fabbrica per difendere il lavoro"; lei è in Fimer dal 1998 e oggi "sono con i miei colleghi a fare presidio permanente in fabbrica". Antonella ha già coperto cinque turni e si appresta al sesto, nella marcia di avvicinamento al 14 giugno, data spartiacque per capire il futuro dello stabilimento di Terranuova e dei 280 operai, oltre quattrocento nell’indotto. "Nella chat su WhatsApp degli ex dipendenti Bekaert, ho lanciato la proposta e ancora prima che finissi di scriverla tutti hanno aderito. Abbiamo deciso di utilizzare la cassa del circolo aziendale per garantire l’approvvigionamento alimentare agli operai che stanno occupando Fimer", spiega Roberto.

È una storia dentro le storie di aziende in crisi e lavoratori in bilico, oggi Fimer, ieri Bekaert. Ma per Roberto 60 anni e Antonella di 58, significa di più: "Stiamo rivivendo quell’incubo, la lotta per evitare la delocalizzazione e poi la chiusura. Ora c’è Antonella in una condizione analoga, anche se in Bekaert si è trattato della delocalizzazione, decisa dalla proprietà. L’annuncio fu dato a giugno 2018 e a dicembre ci fu la chiusura: eravamo 318 dipendenti", rievoca Roberto che ora lavora in un’impresa valdarnese. Vivono a Terranuova, a due passi dalla fabbrica occupata, due figli di 27 e 23 anni, uno dei quali sta finendo l’università a Bologna. "Facciamo i conti con le spese fisse di ogni mese, dalla casa ai bisogni dei figli e, certo, non ci voleva questa tegola della Fimer", esclama Roberto. Venticinque anni sono un tempo lungo "dedicato all’impegno in reparto, insieme ai colleghi. Abbiamo passato fasi complicate, ma mai il paradosso di un’azienda con un portafogli di ordini strapieno, un’eccellenza nel settore del fotovoltaico, ridotta così. Avevamo un tesoro tra le mani e ora non sappiamo cosa succederà", racconta Antonella che dai due vertici romani (con il sottosegretario Bergamotto e il faccia a faccia del governatore toscano Giani con il ministro Urso) si aspettava "qualcosa di più concreto".

Montagne russe in vista dell’udienza in tribunale "dove si deciderà la nostra sorte. Per ora andiamo avanti con l’occupazione", assicura. Il risvolto che forse nessuno si attendeva in maniera così eclatante è la solidarietà dei lavoratori e "di tutta la comunità di Terranuova, sindaco in testa. È commovente vedere tante persone partecipare alla nostra battaglia, si creano nuovi rapporti di amicizia. Noi operai siamo determinati e molto uniti, ma l’esperienza che stiamo vivendo ci ha reso ancora più forti".