
di Silvia Bardi
Andrea di Nerio torna al Museo d’arte medievale e moderna di Arezzo che domenica apre con un appuntamento straordinario dedicato proprio al recupero di tre opere del maestro del Trecento di cui ancora oggi abbiamo pochissime testimonianze. Domenica infatti alle 15,30 nella sala delle muse verranno presentati i tre nuovi dipinti acquistati dal Ministero della cultura per le collezioni del museo aretino. Si tratta di tre preziose tavolette che raffigurano "Andata al Calvario", la "Crocifissione" e la "Deposizione dalla Croce" attribuite dagli studiosi ad Andrea di Nerio, artista documentato ad Arezzo tra il 1331 e il 1387, maestro di Spinello Aretino. Le opere, molto rare e conosciute dalla critica fin dagli anni Settanta, erano parte di un paliotto a più scomparti oggi disperso. Dopo varie ricerche e passaggi di proprietà, queste tavolette arrivano agli eredi del collezionista e matematico tedesco Carl Neumann. Di passaggio in passaggio le opere arrivano alla famosa Casa d’aste Karl Faber di Monaco di Baviera che le propone a sua volta alla Direzione regionale musei della Toscana. Opere ritrovate che devono tornare "a casa" e di proprietà pubblica per essere fruibili a tutti e così la Direzione regionale dei musei chiede al e Ministero di acquistarle per destinarle al Museo nazionale d’arte medievale e moderna di Arezzo, e arricchire così il percorso museale trecentesco. La presentazione ufficiale avverrà domenica con gli interventi del direttore del Museo medievale Michele Loffredo, di Stefano Casciu direttore regionale musei della Toscana, di Pasquale Episcopo consulente della Casa d’Aste Karl & Faber, di Isabella Droandi studiosa dell’arte aretina del Trecento e della restauratrice Rossella Cavigli. Per dare un’idea del valore di questo ritrovamento, ricordiamo che è attribuito ad Andrea di Nerio l’affresco con i santi Francesco e Domenico sul pilastro a fasci della Pieve di Arezzo e databile attorno al 1360, è una delle poche opere oggi conosciute di quest’artista, il cui stile fu sicuramente influenzato dalla pittura del fiorentino Buffalmacco e del senese Pietro Lorenzetti che proprio in Pieve ha il suo Polittico.