Federico D'Ascoli
Cronaca

Le merendine a ricreazione? Una scorciatoia per l'integrazione a scuola

All’Itis il progetto in collaborazione con il Cottolengo: gli studenti disabili ricaricano le macchinette automatiche. Parla il preside Artini

Alessandro Artini

Arezzo, 20 novembre 2019 - C’è chi pensa che tassarle serva per migliorare le abitudini alimentari dei bambini italiani. C’è chi invece crede che si possano usare come strumento di integrazione degli studenti disabili. Le merendine, gli snack e le bevande sono presenti ormai in ogni scuola, all’interno di distributori automatici. All’Itis Galileo Galilei ha preso il via un progetto in collaborazione con la scuola torinese del Cottolengo che tramite una sua cooperativa sociale, ‘Chicco Cotto’, gestisce le macchinette automatiche.

Con la guida di insegnanti e personale specializzato, avvia i ragazzi con disabilità al mondo del lavoro: ognuno, secondo le sue possibilità psicofisiche, impara tutte le fasi di una macchina del caldo e del freddo: approvvigionamenti, rifornimento, manutenzione e rendiconto. L’idea è venuta a don Andrea Bonsignori, direttore generale della scuola Cottolengo che al Corriere della Sera ha spiegato che tutto è nato «vedendo alcuni ragazzi con autismo che raccoglievano cartacce e le ripiegavano in ordine perfetto.

Ho pensato che potevano farlo con pacchetti di biscotti e patatine. E mi sono inventato un’impresa di macchinette gestita da ragazzi con disabilità. I nostri distributori sono del tutto simili a quelli di tutte le altre aziende, ma anche i nostri ragazzi.

Il messaggio è: se ci scegli dai un’opportunità a un lavoratore disabile. E questo piace molto». All’Itis di Arezzo, tra la sede di via Menci e le due succursali in zona Pionta ha tre distributori ‘Chicco Cotto’ sui circa quindici totali: «C’è un ex studente della scuola che ha un contratto parttime con la cooperative e una decina di studenti disabili che si alternano, durante l’orario scolastico, accompagnati dai docenti, coordinati dalla professoressa Barbara Falcone, a ricaricare le macchine – spiega il preside dell’Itis Alessandro Artini – quelle che sembrano a prima vista operazioni semplici sono invece molto importanti per i nostri ragazzi ‘speciali’ che si sentono responsabilizzati e acquisiscono importanti esperienze formative e didattiche da questa attività».

La cooperativa che raccoglie gli incassi delle merendine ne rende alla scuola una parte: «E noi con quei soldi organizziamo attività a favore dei nostri ragazzi con difficoltà come la pet therapy e l’educazione musicale» spiega Artini. E proprio da Arezzo è partita una spinta verso la sana alimentazione che anche la coop del Cottolengo sta facendo sua: «Stiamo portando avanti un’opera di sensibilizzazione verso l’uso di snack naturali e biologici che sono presenti in tutte le macchinette, comprese quelle di ‘Chicco Cotto’ ». E così anche chi vuol tassare le merendine industriali e ipercaloriche è servito