REDAZIONE AREZZO

Le inchieste in procura sono ormai tutte chiuse Si attende il verdetto per bancarotta e consulenze

A distanza di cinque anni dalle prime iscrizioni nel registro degli indagati per bancarotta, all’indomani della dichiarazione di fallimento di Bpel, l’11 febbraio 2016, le inchieste in procura sono ormai tutte chiuse. Ultimo a finire in archivio il cosiddetto fascicolo madre, dal quale i Pm del pool Etruria, guidato dal procuratore Roberto Rossi, che ha pagato un prezzo salatissimo fino alla sentenza del consiglio di stato di una settimana fa, hanno stralciato via via tutti i filoni che sono finiti a giudizio: innanzitutto quello principale della bancarotta fraudolenta e poi il falso in prospetto e infine, quasi in extremis, le consulenze d’oro, giudizio che solo la settimana scorsa è entrato nel vivo in una sede d’eccezione come la Sala dei Grandi della Provincia. Quanto agli altri procedimenti, se non fosse stato per il Covid, sarebbero probabilmente arrivati tutti a sentenza. Il maxi-processo per la bancarotta, con una trentina di imputati eccellenti, riprende il 18 marzo, ancora nella Sala dei Grandi. Fornasari e Bronchi sono già stati condannati col rito abbreviato per bancarotta fraudolenta, in appello per l’ostacolo alla vigilanza di Banca d’Italia.