"Le fiere ci dicono come si muove il mercato"

Gianni Gori accoglie a braccia aperte il ritorno in presenza degli eventi espositivi: "Sono arrivati buyer anche dal Sud America"

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di Diego D’Ippolito

Gianni Gori è una delle figure cardine del mondo orafo aretino, al centro di un un gruppo, "Graziella" che negli anni ha saputo diversificare business e obiettivi.

Gori, è ritornata la fiera in presenza quali sono le prime sensazioni che ha provato dopo uno strappo così lungo?

"Che si tratti dell’inizio di una piccola nuova era. Sono tornati in città un po’ di buyer, certamente non come eravamo abituati negli anni migliori, ma era comunque fondamentale riconquistare una vera fiera in presenza".

In un contesto geopolitico molto complesso, come giudica gli ultimi mesi del suo gruppo?

"Veniamo da un anno molto positivo, non avendo mercati di riferimento nelle zone in questo momento purtroppo coinvolte dal conflitto che divide l’Europa. Siamo concentrati su mercati africani e mediorientali è iniziato un ottimo 2022 in grandissima crescita".

In quali paesi africani esportate?

"Prevalentemente in Congo, Senegal, Nigeria e paesi limitrofi. Esportiamo lì da tanti anni o direttamente o attraverso Dubai. Si tratta di un mercato davvero importante".

Si parla molto dei periodi giusti in cui dovrebbe essere svolta una fiera orafa, lei che idea si è fatto?

"La data della fiera aretina ha risentito quest’anno anche del fatto che si è conclusa da pochissimo la più importante celebrazione religiosa del mondo musulmano e in molti hanno deciso di non venire. La fiera forse è stata organizzata troppo a ridosso, a mio parere poteva essere spostata almeno di una settimana".

Ci sono dei buyers che non si aspettava di incontrare in fiera?

"Ho visto delle presenze interessanti dal Messico e altri paesi del Sud America: segnali importanti".

A quante fiere ha già preso parte negli ultimi mesi, una volta che è ripartita tutta la macchina dei grandi eventi espositivi?

"Quest’anno abbiamo partecipato a quella di Vicenza, Dubai, Milano e ora a quella di Arezzo". Quindi è una formula di business sulla quale riponete fiducia...

"Io credo nell’utilità delle relazioni, le fiere sono sempre importanti per questo motivo. Ci può essere un feeling maggiore con il buyer, si può meglio interpretare la direzione che prende il mercato attraverso anche un solo suggerimento di un cliente.

La cosa fondamentale, lo voglio ripetere, è essere ripartiti riavere stabilito i contatti umani. L’emozione di rincontrare alcuni clienti dopo due anni è stata davvero forte, la separazione forzata in tutti i campi non è mai positiva. Però è anche importante che le fiere abbiano una loro formula per stimolare il business".

A proposito di business, come si articola quello del gruppo Graziella?

"Noi fondamentalmente siamo un gruppo che investe in tre aree: gioiello e bigiotteria di alta fascia, pelletteria e moda e infine abbiamo diversificato in modo importante nelle energie rinnovabili. Abbiamo investito molto nel fotovoltaico e stiamo continuano a farlo anche senza incentivi.

Aver iniziato presto, ci ha dato un certo vantaggio: la possibilità di essere uno dei gruppi privati più importanti in Italia. Abbiamo anche delle autorizzazioni geotermiche sulle quali stiamo lavorando ed entro il 2023 dovremmo posare la prima pietra per un impianto da dieci megawatt e un altro da 5.