Accertare l’identità di quella salma rientrata in Italia da Dubai e da venerdì all’istituto di medicina legale di Careggi. è la richiesta della Procura generale che vuole fare luce sulla scomparsa di Samuele Landi, l’imprenditore aretino che da molti anni si era trasferito negli Emirati Arabi insieme alla famglia. Autopsia e test del Dna: sono gli esami che saranno eseguiti nei prossimi giorni. È suo il corpo rientrato da Dubai? È l’interrogativo al quale la Procura generale cerca una risposta definitiva.
Un passaggio tecnico collegato alla procedura prevista per l’esecuzione della condanna, in questo caso per bancarotta, in relazione al crac di Eutelia, di cui Landi era amministratore delegato. Se gli esami accerteranno che quel corpo è veramente suo, la vicenda giudiziaria si chiuderà con l’estinzione della condanna "per morte del reo.
Risale al 13 febbraio scorso la notizia della scomparsa dell’imprenditore durante una mareggiata che aveva travolto la chiatta su cui viveva per sperimentare un progetto avveniristico di abitazioni galleggianti. In quel disastro ci furono vittime, due vennero accertate dalle autorità locali ma altre restavano da identificare. Il timore, fin da subito, era stato che una delle vittime potesse essere proprio Samuele Landi.
L’ultimo contatto con la famiglia risaliva al 2 febbraio precedente, il giorno in cui di lui si sono perse le tracce: una videochiamata interrotta all’improvviso, probabilmente dall’onda anomala del naufragio, è l’ultimo collegamento diretto tra i familiari e lo stesso Landi. Nei giorni successivi, notizie frammentarie arrivate ad Arezzo da Dubai, ipotizzavano che i familiari dell’imprenditore avrebbero ricevuto dalle autorità locali una comunicazione informale, verbale - ma senza alcun documento -, riguardo alla corrispondenza delle impronte digitali di uno dei due cadaveri che erano stati ritrovati in mare e non identificati, con le impronte digitali del manager. Questo è quanto a suo tempo riferì l’avvocato che seguiva la famiglia.
Landi, dopo il crac della sua azienda di telefonia, Eutelia, nel 2010 si trasferì definitivamente negli Emirati Arabi stabilendosi con la famiglia e dove per la giustizia italiana risultava latitante fino alla sua scomparsa. Ora, il rebus potrebbe essere vicino alla soluzione