Ladro ucciso in officina, il super perito al lavoro: Minervini e il giallo del proiettile

Le prove balistiche affidate all'esperto del caso Sandri, potrebbero segnare la svolta nella vicenda Fredy: tra i nodi la traiettoria e l'eventuale rimbalzo in terra

Paride Minervini

Paride Minervini

Arezzo, 15 dicembre 2018 - Il super esperto può cominciare il suo lavoro. Il pm Andrea Claudiani, che guida le indagini sul caso Fredy Pacini, ha affidato ieri l’incarico a ParideMinervini consegnadogli un compito a 360 gradi. Minervini dovrà ricostruire la dinamica della traiettoria della sequenza dei proiettili e verificare anche la traccia eventuale rilevata nella pavimentazione, laddove c’è la teorica possibilità che uno sparo possa essere rimbalzato. I termini della perizia sono stati fissati al 28 febbraio 2019, fra due mesi e mezzo.

Anche la difesa di Fredy, sostenuta dagli avvocati Giacomo Chiuchini e Alessandra Cheli, ha provveduto alla nomina di un consulente di parte nella persona del grossetano Andrea Allegri. L’incarico a Minervini era ampiamente annunciato fin dalla scorsa settimana. Al super esperto di balistica si ricorre non a caso nei grandi casi di cronaca nazionale, che siano il Mostro di Firenze o la morte di Gabriele Sandri nell’area di servizio di Badia al Pino.

Adesso il pm Claudiani si aspetta completa chiarezza sulla dinamica dei fatti avvenuti all’interno dell’officina di Fredy Pacini a Monte San Savino, culminati nella morte del romeno Mircea Vitalie che aveva fatto irruzione armato di piccone deciso a effettuare un furto. In particolare Minervini dovrà stabilire la traiettoria del proiettile che ha ucciso, risposta dalla quale dipendono le sorti del gommista, attualmente indagato per eccesso di legittima difesa; se cioè dovrà subire un processo o se l’accusa cadrà, trasformandosi in legittima difesa.

Dubbi sull’esatta ricostruzione erano emersi dopo l’autopsia sul corpo del romeno e avevano portato Fredy ad avvalersi della facoltà di non rispondere nel corso dell’interrogatorio davanti al pm. Il rebus riguarda l’apparente anomalia della traiettoria del proiettile che ha reciso l’arteria femorale di Vitalie e che è entrato dal basso verso l’alto all’altezza dell’anca. Ma Fredy ha sparato dalla piccola finestra del soppalco dove dormiva da quattro anni dopo aver subito la bellezza di 38 tra furti e tentati furti. Era dunque in posizione più elevata rispetto al pianterreno dell’officina e la perizia si è quindi resa indispensabile per spiegare il tragitto del proiettile.

Tra le ipotesi avanzate c’è pure quella del colpo che rimbalza sul pavimento e solo successivamente va a colpire il ladro; ma il proiettile non risulta ammaccato come sarebbe logico nel caso di rimbalzo. Altra possibilità è che Vitalie sia stato colpito mentre era in caduta dopo il primo colpo al ginocchio e che la ferita letale sia dunque legata all’anomala posizione del corpo.

Minervini, avvalendosi di ogni strumento a disposizione, dovrà rimettere in ordine lo scenario, anche attraverso la simulazione, direttamente in officina, dell’irruzione del ladro e della reazione di Fredy: cinque colpi esplosi dalla pistola Glock che deteneva legalmente, tre andati a infrangersi contro il muro, uno a ferire il ginocchio del romeno, il quinto a uccidere.