REDAZIONE AREZZO

La sfortuna dell’albero di Olmo che venne abbattuto dai senesi

Era una pianta vecchia e simbolica che segnò il nome della località: nel 1288 tolto di mezzo per sfregio. Un altro grande fusto fu spazzato via da uno sbancamento negli anni 50. Giù anche quello piantato nel 1970.

Nel 1288 i Fiorentini per metter freno alle frequenti incursioni che il vescovo Ubertini effettuava con i collegati Ghibellini ponendo il guasto nella valle dell’Arno controllata da Firenze, radunarono un’ oste composta da numerosissimi cavalieri e pedoni che iniziò le operazioni risalendo il corso del fiume; giunti quasi ad Arezzo, al valico dell’Olmo, i Senesi, collegati ai Fiorentini, per dileggio e provocazione degli aretini, abbatterono la vetusta pianta non lontana dall’omonimo abitato (Olmo) ed antico nodo viario: “ulmum de silice inciserunt”, scrive l’Annalista.

Sono frequenti, nelle cronache dell’Italia comunale e nelle relative vicende militari, i riferimenti ad attività di danneggiamento finalizzate, oltre che a provocare, ad umiliare e schernire il nemico così come i noti palii corsi sotto le mura delle città.

Contro alberi dal particolare valore simbolico o comunque dalle peculiari caratteristiche di vetustà, divenuti landmarks, è rivolto spesso l’interesse furioso del nemico mediante il danneggiamento, il taglio o l’estirpazione di rappresentative piante. Tali operazioni, come quelle di danneggiamento del territorio e delle colture, dovevano essere effettuate da soggetti, in molti casi villici o personale appositamente reclutato, in possesso di necessarie ed idonee attrezzature nonché di cognizioni pratiche e tecniche, più che strettamente militari, in modo da giungere allo scopo in breve tempo e con il minor impiego di energie possibile.

Nel marzo 1289, ad esempio, fu la volta del danneggiamento o taglio dell’olmo presso San Donato in Collina alle porte di Firenze.

Si tratta di atti di “danneggiamento psicologico”, oltrechè materiale, accompagnati anche da operazioni di devastazione, realizzate mediante lo sgarbo, la provocazione e il dileggio in quanto rivolti ad elementi connotanti un paesaggio all’interno del quale è posta una collettività con propria identità.

Dunque nel giugno 1288, alle porte di Arezzo, i Senesi e collegati guelfi “ulmum de silice inciserunt”; si doveva trattare di un bell’esemplare di olmo di notevole vetustà e dimensioni che in breve divenne riferimento per indicare l’abitato che era sorto lungo il nodo stradale, alla biforcazione per Cortona e per Siena.

Inoltre, la specificazione “de silice”, da parte dell’Annalista, porta ad individuare la presenza dell’albero lungo una importante direttrice viaria connotata dalla da pavimentazione del fondo stradale.

Nel 1232 un agglomerato di case viene individuato già con il riferimento all’albero ed al nodo viario, “Ulmum S. Florae iuxta stratam”; nel 1274, la medesima pianta funge da riferimento anche per l’individuazione della vicina chiesa posta sul colle, “S. Flore de Ulmo”.

Ancora all’inizio del Novecento, del secolo passato, esisteva una pianta di olmo di notevoli dimensioni presso la quale si davano convito, secondo alcune fonti orali di Olmo, vecchi, viandanti e commercianti. L’olmo, rimasto travolto in alcuni lavori di sbancamento per il riassetto stradale negli Anni Cinquanta del dopoguerra, fungeva da polo di attrazione connotando il profilo del valico: si trovava all’inizio dell’attuale snodo viario, quasi all’imbocco della galleria ferroviaria rivolta verso Arezzo.

Il 29 gennaio 1970 questo quotidiano, La Nazione, pubblicava un ampio articolo circa l’iniziativa della Brigata Aretina Amici dei Monumenti, di concerto con alcuni Enti, per la costruzione di un cippo commemorativo degli eventi del Toppo, ricordati da Dante, nonché la piantagione di un albero di olmo in ricordo di quello abbattuto dai guelfi senesi nel 1288. Un comitato individuò il terreno per la costruzione delle opere al valico dell’Olmo presso l’intersezione stradale oggi oggetto di notevole intervento urbanistico.

A quanto pare anche questo olmo non ha resistito alla sfida dei secoli; da sempre trascurato e soffocato dalla enorme siepe che vi si era sviluppata attorno e probabilmente in parte seccatosi per cause naturali, è stato definitivamente abbattuto agli inizi del 2011 in occasione del riassetto urbanistico. Relegato a margine delle nuove rotatorie, rimane il ceppo dell’olmo nonché, rimossa e lontana dal suo albero, la base dell’opera commemorativa; ad oggi anni anche l’iscrizione lapidea è andata dispersa.

La lapide commemorativa, che era stata apposta nel 1968 presso il giovane olmo piantato a ricordo dei fatti del 1288, ed ancora integra nel 2004, recava la seguente iscrizione: "L’olmo che dette il nome alla frazione abbattuto dalle milizie senesi in fuga il 12 giugno 1288 è qui risorto per iniziativa degli Amici dei Monumenti e la collaborazione del Comune di Arezzo e dell’Ispettorato forestale dell’A.n.a.s 1968".