
Il sorriso di Giulia Santoni, la milite della Misericordia morta ieri Aveva 23 anni
di Francesco Ingardia
TERRANUOVA B. (Arezzo)
Non chiamatela Autostrada del Sole, almeno per un po’. Specie quando si muore lavorando per amore verso il prossimo. Specie mentre si lavora per salvare la vita degli altri. È il crudele e anticipato epilogo riservato dalla sorte alla povera 24enne Giulia Santoni, finita stritolata nelle lamiere dell’ambulanza che amava, e su cui saliva come volontaria prima, come milite per il servizio civile poi, da più di dieci anni per la Misericordia di Terranuova Bracciolini, a due passi da casa sua. Insieme con lei, nel maxi incidente in A1, l’autista Gianni Trappolini. Al volante del mezzo ieri mattina per portare a termine il trasferimento di un paziente barellato di 75 anni dall’ospedale di San Donato di Arezzo a quello di Santa Maria alla Gruccia di Montevarchi. Neanche per Franco Lovari, aretino d’adozione e nativo di Borgo San Lorenzo, nel Mugello, c’è stato niente da fare. Troppo forte lo strike del tir che ha travolto il filotto di mezzi: l’ambulanza, tre auto e un caravan. Nero, da maxi emergenza il bollettino: 3 decessi e 15 feriti.
Il fato, ieri mattina, ha voltato le spalle a Giulia e Gianni, impegnati – in gergo tecnico – in un servizio “Romeo“, ovvero la messa a disposizione da parte della centrale Asl del coordinamento di Arezzo di un mezzo Blsd per un trasferimento protetto da un ospedale all’altro. Lutto, dolore e sbigottimento regnano sovrano in via Dante Alighieri 1B. Nella sede della Misericordia di Terranova Bracciolini, non ci sono squadre di volontari in divisa, ma una comunità che alterna lacrime alla disperazione. Aneddoti su chi "saranno per sempre Giulia e Gianni", alternati a silenzi interminabili ma rabbiosi a chi prova a fare domande. Una cosa è certa: Giulia e Gianni avevano una famiglia in più oltre alle loro.
"E adesso chi ce la fa ad andare avanti senza di loro", si lascia scappare una coetanea di Giulia.
Descritta come una ragazza solare, allegra, energica, competente nel lavoro – milite di livello avanzato per le emergenze, formatrice e anche lei autista – e dedita agli studi. Iscritta al corso di laurea per diventare infermiera. Dallo scorso maggio aveva deciso di rendersi ancora più utile per la comunità aretina rimanendo "in famiglia" come servizio civile. Ma in Misericordia è entrata "ragazzina" a soli 14 anni, convincendo poi la mamma a sposare la causa dei soccorritori.
Un’adolescenza passata in ambulanza, "un punto di riferimento per le altre ragazze, che si sono sempre sentite libere di confidarsi e chiedere consigli a lei", raccontano con la voce strozzata i colleghi.
"Giulia? Un enorme valore aggiunto – confida il direttore operativo Pietro Bellini –. Una persona a quell’età meriterebbe di vivere, crescere scegliendo il proprio futuro alla ricerca della felicità. Purtroppo questa possibilità non ce l’ha avuta. Non c’è solo sgomento, siamo devastati. Quando rianimi una persona pensi di potercela fare fino a che il medico non ti dice il contrario. Così, invece, morire così ti fa crollare addosso il mondo".
Un pianeta, quello della Misericordia, che dovrà fare a meno anche del loro "babysitter" tuttofare, Gianni Trappolini "Tutti i ragazzi sono passati dai suoi ’nocchini’ in testa", la cartolina formato ricordo dei colleghi di una vita.
Perché in quella sede nel comune del Valdarno di 12mila anime, Gianni ha dedicato 35 dei 56anni di vita, tra emergenze e servizi di tutti i giorni, come "aiutare i più anziani a fare la spesa, o trasportarli per dialisi o terapie". Una calamita d’esperienza per i più giovani saggia, dedita ai sacrifici, conosciuta da tutti. "Vengo in turno solo ce se c’è Gianni", il ritornello contagioso dei militi alle prime armi, pronti a imparare facendo del bene.