
Martino Gianni ha mancato quel cappotto che Sant’Andrea sognava e ad un giorno dalla Giostra analizza le carriere dei suoi giostratori.
Gianni, dopo la vittoria di giugno, cosa è successo a Montini e Marmorini?
"Hanno fatto dei piccoli errori che hanno inciso sul punteggio. Le carriere erano buone, anche in quella di Marmorini il disturbo non ha inciso sul cavallo che è andato dritto verso il Buratto. E poi non voglio attaccarmi a queste cose. In questo Saracino i miei giostratori hanno fatto l’80% di quello che avevano imparato alle scuderie".
I super punteggi della simulata possono aver inciso a livello psicologico?
"Assolutamente no. Eravamo coscienti del lavoro che avevamo fatto e sapevamo che quei tiri erano alla nostra portata. Di cappotto parlavano tutti gli altri, da noi era vietato anche pronunciare la parola. La qualità si è vista, poi in Giostra è tutta un’altra cosa. E chi l’ha corsa sa che sono più quelle che perdi di quelle che vinci. Ci lecchiamo le ferite e ricominciamo a lavorare. Complimenti ai vincitori".
Ha vinto Sepiacci come allenatore. Dopo tanti anni passati a correre insieme, che effetto fa essere avversari come preparatori?
"Onestamente il fatto che abbia vinto lui questa Giostra mi ha fatto piacere. Da poco era morto suo babbo Mario, del quale ho un bellissimo ricordo. So benissimo tutte le cose che ha fatto per me quando tanti anni fa ho avuto l’incidente alla gamba. Visto che non ha vinto Sant’Andrea, mi ha fatto piacere che questa Giostra sia andata a Maurizio, nel ricordo di suo padre".
So.Fa.