
Il presidente della Provincia Alessandro Polcri: polemiche sullo stallo dell’ente
Un nodo che rischia di soffocare il lavoro quotidiano di chi ogni giorno si impegna per la comunità: è la situazione della Provincia, bloccata dalla mancata approvazione del rendiconto consuntivo 2024. Una scadenza, quella di fine aprile, che non è stata rispettata, e che ora pesa come un macigno sull’intero ente, sui suoi lavoratori e, inevitabilmente, su tutti i cittadini.
A lanciare il grido di allarme (non il primo) sono le sigle sindacali e la Rsu della Provincia di Arezzo, che esprimono forte preoccupazione e chiedono un incontro urgente al prefetto Clemente Di Nuzzo.
Non si tratta solo di numeri o di scartoffie burocratiche: dietro a questa mancanza di decisione politica si nasconde un blocco che mette in crisi servizi essenziali che ogni giorno riguardano migliaia di persone. Le sedute del consiglio provinciale sul rendiconto consuntivo hanno spesso fallito per mancanza del numero legale. Questa incapacità di trovare un accordo o una maggioranza determina un congelamento della macchina amministrativa. Senza il rendiconto approvato, la Provincia si trova intrappolata in una situazione di emergenza che si traduce in conseguenze pesanti.
Le sanzioni previste per il mancato rispetto dei termini di legge non sono teoriche ma hanno effetti immediati e concreti. Tra queste, il blocco delle assunzioni si fa sentire in modo particolarmente critico, spiegano i sindacati, soprattutto in un ente già indebolito da pensionamenti, passaggi obbligati a seguito della legge Delrio del 2024 e trasferimenti verso comparti pubblici più attrattivi. Questo impoverimento del personale rischia di compromettere la capacità della Provincia di mantenere un livello minimo di operatività e di servizio.
Non si tratta solo di numeri, ma di persone e comunità. Gli oltre 1400 chilometri di strade provinciali e regionali, di cui la Provincia ha la responsabilità, richiedono costante controllo, vigilanza e manutenzione. Le scuole medie superiori, gli edifici pubblici e gli impianti necessitano di cura e attenzione quotidiana. La gestione e l’attuazione dei progetti legati al Pnrr, la vigilanza ambientale a 360 gradi, la repressione delle condotte illecite e il funzionamento degli uffici tecnici e amministrativi sono attività fondamentali per la qualità della vita sul territorio. Tutto questo è a rischio.
Anche le risorse finanziarie subiscono pesanti limitazioni. L’impossibilità di utilizzare l’avanzo di amministrazione, il controllo stringente sulle dotazioni organiche e le limitazioni sugli investimenti sono ulteriori ostacoli che bloccano l’azione politica e amministrativa. Senza la possibilità di assumere nuovo personale, con organici già esigui e vecchi, la Provincia rischia di vedere progressivamente erosa la qualità dei suoi servizi. In questo contesto, i lavoratori della Provincia continuano a mettere impegno e passione, spesso oltre i propri doveri, per garantire il funzionamento dei servizi. Ma senza un intervento risolutivo, anche la loro capacità di resistenza sarà messa a dura prova.
Le sigle sindacali e la Rsu, unite, hanno già inoltrato una richiesta di convocazione urgente al prefetto di Arezzo. È un appello chiaro: la situazione non può più essere rimandata, serve un intervento immediato per sbloccare la situazione e ristabilire un minimo di funzionalità amministrativa.
f.d’a.