ALBERTO PIERINI
Cronaca

La nuova emergenza è il commercio

Da un mese negozi in panne: Corso deserto, affari a picco. I titolari: "Mai visto nulla di simile, nessuno entra"

di Alberto Pierini

"Se mi sento male e muoio chi mi trova"? Luciano Imbriani prova a sciogliere in una battuta amara l’angoscia che nelle vie dello shopping si taglia con il coltello. Ma angoscia resta. "In sessant’anni di lavoro non ho mai visto niente del genere" assicura Mario Bidini, uno dei commercianti storici. Non ha mai visto intere giornate nelle quali la porta resta chiusa senza che nessuno entri anche solo per chiedere. Sì, c’è stato il lockdown: ma lì era tutto chiuso e potevi sempre prendertela con la serratura. Ora no.

"Da oltre un mese viviamo una situazione surreale: se ti affacci sul Corso vedi pochi passanti, un clima di assoluta precarietà". Anna Lapini, sul lato alto dell’asse dello shopping mette anche la sua memoria personale al servizio della causa. "E’ vero, una situazione senza precedenti". I motivi? "Un mix: esci dalla pandemia, hai paura della guerra e di ritrovarti in difficoltà con le bollette". Solo sulla terza ipotesi si accomoda Imbriani. "I soldi sono finiti, io non ho clienti partiti per la guerra".

Un clima rarefatto. L’emergenza sanitaria finisce come l’ora solare, quella economica no. Febbraio e marzo non sono mai stati mesi forti ma la parola d’ordine è una sola: mai successo.

E la conferma la trovi dalla moda ai libri, ai dischi. "Per ore non vedi nessuno" conferma da Vieri Simona Coradeschi, tra cd e vinili fatalmente muti.

Stessa sintesi ma analisi più articolata da parte di Giampiero Bracciali dal "Viaggiatore Immaginario". E’ così più o meno da fine febbraio, vuoto il negozio ma anche la piazza davanti". L’ansia collettiva trova spazio, "senti che la gente non è tranquilla" ma c’è spazio anche per le scorie della pandemia. "In tanti hanno accentuato gli acquisti on line, legittimo ci mancherebbe altro: ma la prospettiva è di impoverire in modo irreparabile il territorio".

Di fatto tra i negozi serpeggia una preoccupazione palpabile. Davanti alla quale scattano le contromisure abituali. C’è chi appena uscito dai saldi vira sugli sconti, sulle offerte, sulle occasioni. L’ultima spiaggia di un settore che ha paura. "Vengo da Parigi – insiste Lapini – ma non c’era lo stesso clima pesante: forse qui abbiamo caricato oltremodo l’approccio alle emergenze, a cominciare da quella sanitaria". I conti non tornano per nessuno, da un capo all’altro del Corso alla periferia. "Una crisi così non si era mai vista": Alessandro Banchelli sembra galleggiare nel negozio addobbato ma vuoto. Mentre altri hanno aggiunto una sdraio dietro la vetrina, per stare almeno comodi. Si salvano un po’ quelli che pescano lì dove non puoi fare a meno di spendere.

Ad esempio chi vende completi o accessori da cerimonie, feste faticosamente ripartite. Ma sono eccezioni che non incrinano neanche la regola. Ristoranti e locali aspettano a gloria la super Ztl di Pasqua, qualcuno più ottimista si affida alla Fiera di oggi. I più aspettano che passi il picco: già, ma quella non era un’altra emergenza?