
La mongolfiera dei campi. Test dall’alto sulle piante
di Laura Lucente
CORTONA
La piccola mongolfiera che monitora i terreni coltivati a soia delle Chianacce di Cortona diventa un progetto di interesse nazionale. Si chiama Atemo l’apparecchio di appena 2 chili e mezzo sistemato a bordo che, insieme alle attrezzature convenzionali, consente di mettere a fuoco lo stato di salute ed il comportamento delle piante, soprattutto in situazioni di stress idrico, determinando il loro fabbisogno irriguo. In questo caso è sollevato da un pallone frenato, dotato di paracadute per "ammorbidire" eventuali atterraggi improvvisi e non voluti. E’ la base del progetto Prin (Progetti di Rilevanti Interesse Nazionale) che vede la collaborazione di diverse Università italiane con il centro studi Aerospaziali (Cisas) dell’Ateneo di Padova, che lo ha messo a punto, integrando più discipline. "Finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca è un progetto di interesse nazionale, cui collaborano gli atenei di Firenze, Padova, Foggia, Palermo e Napoli e che in Toscana gode del supporto logistico ed operativo del Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno, nel cui comprensorio della Valdichiana vengono ripetute le rilevazioni", spiega Anna Dalla Marta docente associata dell’Università di Firenze. "La finalità del progetto è ottimizzare l’utilizzo dell’acqua attraverso una gestione differenziata dell’irrigazione. Il monitoraggio in continuo dei parametri atmosferici e del suolo permette di valutare il comportamento delle piante al variare delle temperature e della disponibilità idrica. Le osservazioni ripetute nel tempo porteranno a determinare la quantità ideale d’acqua da fornire alla pianta". Un progetto che guarda propositivamente a superare gli anni critici di carenza idrica sempre più diffusi e a trovare soluzioni per mitigare l’accelerazione del cambiamento climatico che stanno portando a conseguenze gravi su agricoltura, ecosistemi e popolazione. "Supportiamo questa ricerca che punta a valutare nuove modalità di gestione dell’utilizzo idrico e a creare modelli per efficientare al massimo le irrigazioni", precisa Francesco Lisi, direttore generale del Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno. "Il nostro ente consortile con l’Istituto di idraulica agraria dell’Università di Firenze ha presentato alla Regione la richiesta di finanziamento per implementare l’infrastruttura irrigua, al servizio di una delle aree leader della frutticoltura toscana, attraverso sistemi avanzati di monitoraggio ed elaborazione dati".