
La Mea è una storica dell’arte. Giulia: "Il Casentino la mia vita"
di Sonia Fardelli
Sarà Giulia Lovari a dare il volto alla Mea, la bella popolana che anima il Carnevale . Storica dell’arte ha vissuto e studiato a Firenze, Bologna e Verona, ma alla fine ha deciso di tornare in Casentino dove adesso vive e lavora. Orgogliosa di far conoscere l’arte locale e adesso anche di indossare i panni della Mea e portare avanti così importanti tradizioni locali. Al suo fianco, come Cecco, ci sarà il suo amico Alin Mariut. Giulia aveva già indossato i panni del rione Piazzolino per tre edizioni. Nata nel 1994, ha vissuto a Stazione fino a 19 anni. Poi inizia l’università a Firenze, città dove incontra l’arte e capisce che quella sarà la sua strada. Dopo essersi laureata in Storia e tutela dei beni artistici, prosegue gli studi magistrali in Arti visive a Bologna. Vive anche a Verona, ma la nostalgia di casa è tanta. Torna in Casentino dove incontra l’artista Giuseppe Parenti, pittore e protagonista della sua tesi di laurea. "Tornando in Casentino – confessa Giulia– mi sono ricordata di quanto possa arricchirci questa terra, colma di storia, arte e segreti. Da quando sono rientrata ho sempre lavorato nel mio ambito e mi ritengo fortunata: arte e natura sono la mia linfa vitale. Da tre anni lavoro al castello di Poppi, ho un programma su Radio Italia 5 in cui parlo di arte e da qualche mese lavoro anche per l’Ecomuseo del Casentino. Queste realtà mi hanno permesso di conoscere meglio l’arte presente nella nostra vallata e di diffonderla. Sono felicissima di interpretare Bartolomea".
Da un paio d’anni Giulia ha anche scoperto la passione per la fotografia e frequenta il Cifa dove ha avuto occasione di esporre i suoi scatti. Tre saranno gli appuntamenti con il Carnevale storico : sabato 10, domenica 11 e martedì 13 febbraio. Novità di quest’anno sarà la mostra di pittura ispirata alle Novelle della Nonna che verrà inaugurata sabato pomeriggio alle ore 17 nella Sala delle bandiere. Domenica il Carnevale entra nel vivo alle ore 15 con la benedizione dei labari e dei gruppi nel sagrato della Propositura, cui seguirà il corteggio storico tra i borghi del paese. Al ritorno in piazza Tarlati spettacoli di musici, sbandieratori, cantori e balletti. Poi il rapimento della Mea da parte di Marco Tarlati. Per il Martedì grasso tradizione e leggenda si fondono: dopo la restituzione della bella popolana ai fondaccini da parte del Conte Tarlati, in segno di riappacificazione, quando il "Campanone" batterà le 17 verrà dato fuoco al Bello Pomo, tradizione che risale al lontano 1337.