La Lem riparte subito dopo il rogo: ma sugli incendi è groviglio doloso-colposo

I fascicoli dei Pm Dioni e Masielli aperti con reati diversi, ma la coincidenza non convince la procura. L’annuncio dell’ad al parroco e ai bimbi della comunione

Incendio alla Lem

Incendio alla Lem

Arezzo, 12 aprile 2021 - Ci hanno messo appena tre giorni per sgomberare la fabbrica dai resti dell’incendio e prepararla a ripartire. Sì, il lavoro alla Lem, la grande azienda (galvanica) che produce finiture metalliche per le griffe ricomincia già oggi, a tempo di record, grazie all’impegno di dirigenti e dipendenti che hanno trascorso il week-end a rimettere a posto il capannone andato a fuoco giovedì notte, di fianco alla Valentino Shoes, l’altro stabilimento (di uno dei gruppo leader del fashion che era bruciato il venerdì di Pasqua.

Una coincidenza che ha scatenato una ridda di supposizioni, una più inquietante dell’altra, a cominciare dal possibile ruolo delle mafie, fortemente infiltrate in Valdarno, denunciato dal segretario della Cgil, Alessandro Mugnai. L’annuncio del ritorno in attività è venuto ieri dall’Ad di Lem, Daniele Gualdani, che lo ha fatto dinanzi a un pubblico un po’ particolare, quello dei bambini della prima comunione di Levane, guidati dal parroco in un pellegrinaggio dal significato speciale, cui ha partecipato anche il Comune di Bucine con il suo gonfalone: palloncini ed aquiloni: «Gli aquiloni sono fatti per volare e il nostro augurio è che voi possiate presto riprender il volo, non mollate!».

Commossa la risposta di Gualdani: «Il nostro gruppo è una comunità, inserita in una comunità più grande». Di fatto, dopo tre giorni di lavoro a tutto gas, lo stop produttivo resterà limitato solo a venerdì. L’interesse investigativo, tuttavia, resta concentrato sull’origine dei due incendi, per i quali persino in procura si manifesta aperto scetticismo sulla semplice coincidenza.

Dubbi che per il fuoco alla Lem si sono già tradotti in un fascicolo aperto dal Pm Angela Masiello e rubricato appunto come incendio doloso. In attesa del verdetto dei vigili del fuoco, che stanno ancora cercando di capire cosa tecnicamente abbia scatenato le fiamme, c’è una finestra forzata nell stabilimento a far propendere per lo scenario di qualcuno che ha appiccato il fuoco.

L’altro fascicolo, quello della Valentino, affidato al Pm Marco Dioni, ipotizza l’incendio colposo. Anche questo in base alle prime evidenze: nelle immagini delle telecamere interne ed esterne non si vede assolutamente nessuno,che si muove in maniera sospetta. Già stamani, tuttavia, i due sostituti si incontreranno per coordinare le indagini, che ora proseguono con gli accertamenti tecnici dei vigili del fuoco.

Sono stati acquisiti anche i documenti assicurativi, ma entrambe le aziende paiono troppo solide. Restano, dal punto di vista doloso, altri due scenari, quello del piromane solitario e anche quello di cui parla Mugnai della criminalità organizzata, anche se pare strano che le mafie, impegnate in Valdarno a ripulire i soldi sporchi dei loro affari vogliano accendere i riflettori su una penombra nella quale lavorano fin troppo bene.

Resta un’ultima ipotesi, avanzata da una fonte qualificata dei vigili del fuoco: primo incendio casuale, nel secondo qualcuno ha approfittato del momento particolare.