
Tutto pronto per l’edizione speciale della Fiera antiquaria
Preparano le valigie per Arezzo. E stavolta non basterà il semplice trolley. Gli antiquari si lanciano da domani in uno di quegli eventi che la Fiera ricorda nel tempo: una tre giorni. Tre giorni no stop, dall’apertura alle prime luci del sabato alla chiusura al tramonto (o quasi) di lunedì. "È il nostro modo di festeggiare il compleanno dell’evento" racconta l’assessore Simone Chierici: 57 candeline, tanti anni sono passati dalla geniale intuizione di Ivan Bruschi, il pioniere della Fiera. Capace di inventarsi un format non solo replicato dappertutto ma anche di resistere al tempo. Una tre giorni che ha anche il sapore della prova generale: perché un’altra data è già calda, quella del 6, 7 e 8 dicembre, allo stretto con l’evento della Città del Natale. Ma c’è tempo.
Intanto da domani i banchi prendono campo. Tutti o quasi. I pericoli sono semmai al massimo sul terzo giorno. "Non tutti – ci sussurra un antiquario esperto – sono disposti a pagare un secondo pernottamento ad Arezzo". Vedremo: c’è chi lo ha prenotato con mesi di anticipo, c’è chi non ne ha bisogno perché torna a casa e riparte. Il Comune ha fatto la sua parte, il suolo pubblico di lunedì sarà gratuito ed è comunque qualcosa. Nei fatti la sensazione è che il percorso dei banchi reggerà e reggerà forte fino in fondo, che poi è un altro festivo con il fiocco. In un’edizione che getta in campo anche qualche evento di contorno. Intanto le giornate dei dandy: ormai un classico, da domani con una sfilata da Santa Maria delle Grazie, poi la domenica delle bici d’epoca e della passerella sul sagrato del Duomo.
Eleganza ma soprattutto stile, compreso quello di destinare il grosso in beneficenza. Poi lo sfruttamento intensivo del Chiostro della Biblioteca: non solo con gli artisti del cenacolo aretino ma anche con gli Urban Sketchers.
Artisti in arrivo dall’estero, armati solo di block notes e tele, pronti a riprendere i tesori aretini in punta di acquerello. Poi i classici aretini: domani pomeriggio i Musici della Giostra tra le vie del centro, gli Sbandieratori domenica alle 11, in un centro che già sfoggia con orgoglio gli scudi e gli stemmi della competizione dietro l’angolo. E poi largo a Chiara Boni, la stilista fiorentina con la sua autobiografia che spazia in tutti i campi, e perfino l’arrivo della pronipote di Giuseppe e Anita Garibaldi, a raccontare la storia della sua incredibile famiglia nel primo pomeriggio della domenica. Più cabaret, orchestra a plettro, swing e lunedì un viaggio musicale nel tempo, chiuso da un defilè ispirato a Oscar Wilde, la grande anima dei Dandy. Tutto bello: ma alla fine quello che conta è la Fiera. È lei a muovere le masse, a riempire i parcheggi, a far marciare i ristoranti a doppio e triplo turno, a monopolizzare le prenotazioni negli alberghi. Da lì arriva il primo segnale che la tre giorni può funzionare. Perché se di sabato l’occupazione supera il 90%, alla domenica sera, la terra di nessuno nelle altre Fiere, siamo già all’88%. Con tanto di valigie e trolley riempiti fino all’orlo.