REDAZIONE AREZZO

La fiducia dei ristoratori: "Si torna a vivere"

Francesca, Daniele e l’impatto delle riaperture: "I clienti sono tanti e si dimostrano collaborativi. Speriamo di continuare così"

Buona la prima. Nonostante le preoccupazioni riguardo al meteo, questi giorni di nuove riaperture hanno lasciato delle sensazioni positive per i titolari di ristoranti e bar. Tanta la voglia riscontrata nei clienti di tornare a fare un aperitivo e a mangiare fuori - letteralmente in questo caso, date le disposizioni che prevedono solo servizio per i tavoli all’aperto - un piccolo passo che sembra dare fiducia per affrontare le settimane a venire. "Sono rimasta sorpresa e contenta per il primo giorno di riapertura - commenta Francesca Guerrera, titolare a San Giovanni del ristorante Da Giovannino - Abbiamo avuto oltre una decina di persone a pranzo e un altro tavolo anche alla sera. Nonostante il timore per il maltempo, abbiamo ricevuto diverse telefonate di prenotazione. Un segnale significativo". Impressioni condivise anche da Daniele Naldini, titolare del bar Caffè Fiorenza sempre in centro a San Giovanni: "Indubbiamente c’è maggior fiducia, lunedì è stata una bella giornata e abbiamo registrato un afflusso maggiore di clienti - spiega - abbiamo avuto subito una decina di persone a pranzo e un buon ricambio per i tavoli anche al pomeriggio per l’aperitivo. I clienti si sono dimostrati collaborativi per quelle che sono le disposizioni previste per l’esterno, una situazione gestita in maniera ordinata". Segnali che fanno ben sperare, dato anche l’avvicinarsi della bella stagione. Di certo poter tornare a servire i clienti, anche se solo in spazi esterni, rappresenta un modo di lavorare diverso ed assicura entrate maggiori rispetto al servizio di asporto e di consegna a domicilio. Ma non per questo le attuali misure risultano essere esenti da limiti. "Io sono fortunata perché ho i posti a sedere fuori, ma per chi non ce l’ha è discriminante e non mi sembra giusto - commenta Guerrera - la nostra inoltre è una realtà familiare, ma penso a chi ha locali più grandi, dei dipendenti e delle spese maggiori che con l’asporto non è riuscito a coprire. Trovo che sia condivisibile la preoccupazione e la rabbia di tanti miei colleghi". E per i bar si aggiunge anche la difficoltà di dover gestire la clientela. "Il vero banco di prova sarà il fine settimana - spiega Naldini - dopo le 18 possiamo solamente servire ai tavoli, niente asporto. Il mio timore è che possano sorgere delle problematiche con i clienti che potremo accontentare e quelli per cui irrimediabilmente non riusciremo a farlo: l’auspicio è che non si dimentichino del periodo che stiamo attraversando, delle norme previste e che dunque ci sia la massima collaborazione".