MATTEO MARZOTTI
Cronaca

La febbre dell’azzardo. Task force in prefettura

Nel salone d’onore anche la mostra-laboratorio rivolta soprattutto ai giovani. Il monito di De Luca: "È fondamentale conoscere i rischi che si corrono".

La febbre dell’azzardo. Task force in prefettura
La febbre dell’azzardo. Task force in prefettura

AREZZO

È più probabile che un asteroide colpisca la terra, oppure indicando testa nel lancio di una moneta indicare quale facciata apparirà una volta toccato terra? Semplici domande, un vero e proprio quiz, ma dietro il quale oltre ad un calcolo delle probabilità si cela anche il meccanismo con tutti i suoi rischi del gioco d’azzardo. E proprio il gioco d’azzardo è stato il protagonista della mostra-laboratorio "Fate il nostro gioco", ospitata in Prefettura (dall’8 al 16 novembre) e che ha registrato, in ogni giornata, la grande partecipazione degli studenti delle scuole superiori di Arezzo e provincia.

L’iniziativa, organizzata dal Servizio Dipendenze dell’USL, in collaborazione con la rete interistituzionale GdL GAND, di cui è parte la Prefettura, ha permesso ai ragazzi partecipanti di conoscere in modo approfondito i meccanismi del gioco d’azzardo, in un percorso interattivo tra matematica, statistica e psicologia, con l’obiettivo di capire e valutare i processi mentali che inducono le persone al gioco.

Gli studenti si sono così cimentati nei vari giochi d’azzardo, simulandone le complesse dinamiche che ne stanno alla base e imparandone a conoscere i reali e potenziali rischi, provando a dare una risposta ed un senso al perché molte persone sono indotte a giocare d’azzardo pur nella palese evidenza dell’assenza di qualsiasi convenienza al gioco. Il prefetto Maddalena De Luca ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa che ha lo scopo di creare consapevolezza dei pericoli del gioco d’azzardo e delle patologie ad esso collegate. "Abbiamo cercato di far capire ai giovani – ha dichiarato il prefetto – che è importante conoscere tutti i risvolti ed i rischi dei giochi d’azzardo, senza demonizzare alcunché, ma semplicemente dimostrare che l’approccio al gioco deve essere consapevole e razionale. Siamo tutti coscienti che le ludopatie sono purtroppo molto frequenti nella nostra società e si deve fare di tutto per fornire i giusti strumenti di conoscenza ai nostri giovani, per non farli cadere in pericolose spirali negative dalle quali è molto complicato uscire".

A oggi, come spiega anche Marco Becattini, come responsabile del dipartimento delle dipendenze, sono circa 200 le persone in cura contro il gioco. "La speranza ovviamente è che tutti i ragazzi e le ragazze che hanno preso parte a questa mostra-laboratorio - ha detto Becattini - possano essere consapevoli dei rischi che il gioco comporta".