Giovanni Spano
Cronaca

La droga dell'Isis: blitz, sequestrate le pasticche usate dai miliziani per gli assalti

Si chiama tramadolo cloridrato: la sostanza recuperata a Montevarchi nella casa di un nigeriano. Nessuna denuncia, non rientra nella tabella "proibita", ma indagini avanti

Polizia

Arezzo, 26 febbraio 2019 - La chiamano la droga del combattente, qualcuno pure la droga dell’Isis perché verrebbe utilizzato dai miliziani per lanciarsi in battaglia a testa bassa, con coraggio e senza timori per la propria incolumità. Un po’ come il mezzo litro di grappa o di cognac fatti ingurgitare ai fanti italiani nella Prima guerra mondiale per andare all’assalto delle trincee. O più avanti, nella Seconda, la metanfetamina e la simpamina, altri psicostimolanti.

Si chiama tramadolo cloridrato. Sostanza oppiacea, ma di derivazione sintetica, costituisce il principio attivo di farmaci antidolorifici. Induce una percezione bassa e assai scarsa del dolore, blocca sonno e fame. Riduce stanchezza e la depressione. Non rientra nelle tabelle stupefacenti, ma qualche ‘effetto’ lo dà: di tipo allucinogeno-stupefacente. Così da potente analgesico sembra essere diventato una delle principali droghe low cost. Con ovvie controindicazioni. Venduto ai ragazzi, magari inconsapevoli degli effetti ‘collaterali’, il tramadolo diventa problema serio. E ha suscitato l’interesse degli investigatori.

E’ seguendo le tracce di una strana attività di un nigeriano che venerdì la squadra mobile del dirigente Nino De Santis, segnatamente gli agenti della Sezione ‘Criminalità Straniera’ guidati dal sostituto commissario Erminia Del Prete ha scoperto e sequestrato la bellezza di 600-700 pillole, o capsule di tramadolo. Il forte quantitativo di analgesico è stato ritrovato a Montevarchi, in un appartamento nella disponibilità del nigeriano messo sotto osservazione dalla polizia.

Nessun provvedimento a carico del nigeriano appunto perché la sostanza non rientra nella tabella delle droghe. «Il tramadolo è in vendita, per un massimo di due confezioni, dietro presentazione di ricetta medica, non ripetibile. Un quantitativo così elevato nella disponibilità di una sola persona è incompatibile con un utilizzo per fini antidolorifici...» spiega una fonte investigativa.

Le capsule sono state sequestrate, e il ritrovamento potrebbe essere suscettibile di ulteriori spunti investigativi. Anche perché risulta che questo ‘oppiaceo derivato’ sia stato sintetizzato non in Italia, ma in India, o forse in Africa, proprio in Nigeria, terra d’origine del soggetto controllato. E delle bande che monopolizzano il mercato dello stupefacente.

Sintomatico al proposito l’associazione a delinquere che gestiva lo spaccio ai giardini della Fortezza e dintorni. Ci sono episodi che fanno ipotizzare a un monopolio nigeriano nella importazione e nella commercializzazione anche di tramadolo e altre sostanze da assumere ‘fuori luogo’, come modi, tempi e quantitativi.