
"Io, mugnaia a 27 anni" Silvia dall’arte alla farina La vita appesa ad un mulino
di Lucia Bigozzi
Una laurea in pieno Covid, un sogno nel cassetto che comincia a prendere forma, il ricordo di nonno Luigi e la passione per l’agricoltura che, quasi come un tarlo, fa breccia nei suoi piani di ragazza. A 27 anni Silvia Clarelli ha messo da parte (almeno per ora) la triennale in storia dell’arte e insieme ai genitori e la sorella Giulia, 21 anni, ha deciso di ridare vita all’azienda del nonno trasformandola da vivaio in mulino. E lei da esperta d’arte a mugnaia.
"Un progetto messo a terra durante la pandemia, quando tutto era sospeso e chiuso. Dopo la triennale a Firenze, con la mia famiglia ho deciso di avviare questa attività che nella nostra zona mancava", spiega Silvia che si divide tra ufficio e mulino, a Montecchio Vesponi, alle porte di Castiglion Fiorentino. Ogni sabato, proprio il mulino diventa il suo "regno" e qui tutto si lega ai tempi dei raccolti nei campi che circondano la casa: grano, mais e ottocento ulivi che producono olio. Filiera cortissima - praticamente oltre il chilometro zero - con un’attenzione ai grani antichi, come il Senatore Cappelli che coltiva e poi riduce a farina alimentare con le due macine in pietra.
Il mulino è una struttura in legno austriaco e pietra: è il mix voluto per il "Mulino Gailli" dove Silvia e Giulia impastano farina e acqua e ne ricavano varie tipologie di pasta artigianale: dagli spaghetti alle tagliatelle, dai fusilli ai conchiglioni. "Ogni sabato riesco a macinare e preparare circa otto chili di farina che tradotti in pasta e a seconda del formato, corrispondono ai 9-12 pacchetti da cinquecento grammi l’uno". Per ora la produzione ha dimensioni ristrette, tuttavia Silvia e Giulia contano di incrementare quantità e tipologie ma senza fretta. "La farina del mulino viene dai nostri cereali. La cura delle materie prime è la filosofia che ci ispira: qui tutto ha un tempo ed è finalizzato alla massima qualità e al benessere alimentare delle persone". É ciò che le ha insegnato nonno Luigi e oggi Silvia porta avanti: un passaggio di testimone generazionale che conferma un fenomeno diffuso in Valdichiana: il ritorno alla terra, sopratutto di giovani che decidono di fare impresa, valorizzando colture e tradizioni antiche. È così per Silvia e Giulia, supportate dai genitori nel progetto che ha ottenuto un finanziamento regionale mirato all’imprenditoria giovanile. L’avvio solo pochi mesi fa col taglio del nastro affidato al sindaco Mario Agnelli.
"Mi sono avvicinata al mondo dell’agricoltura, grazie al nonno Gigi che mi ha trasmesso la passione per il lavoro quotidiano della terra e il valore dell’autenticità dei prodotti", dice Silvia. Le soddisfazioni non hanno tardato a dimostrarle di essere sulla strada giusta: "Le persone sono contente anche perché la pasta con il grano Senatore Cappelli è molto apprezzata dai celiaci, dalle persone che soffrono di diabete per le peculiarità organolettiche".
Il suo mulino austriaco ben piantato in Valdichiana, è dirimpettaio del castello di Montecchio: Silvia macina e impasta guardando l’austero maniero che domina la pianura tra Castiglioni e Cortona. "Mi piace lavorare al mulino, trasformare le materie prime che coltiviamo nei nostri campi. L’idea della pasta è arrivata in un secondo tempo e sono entusiasta perchè creare cose buone e sane è davvero un bel mestiere". E nel suo caso, vista la specializzazione universitaria, quasi un’opera d’arte.