DORY D’ANZEO
Cronaca

In mensa col Green pass, sennò l’asporto "Ma le piccole aziende sono penalizzate"

Bernini, presidente di Confindustria Toscana sud: "Questo è un paradosso: per lavorare l’imprenditore non lo può richiedere"

di Dory d’Anzeo

Nella mensa aziendale come al ristorante, si entra con il Green pass. La faq del Governo è entrato ufficialmente in vigore da ieri, e riguarda – secondo fonti sindacali - circa 1500 lavoratori ad Arezzo, molto più vicini ai 2000 se si considerano anche i dipendenti della pubblica amministrazione, sanità in particolare. Si arriva agevolmente a 35004000 allargando il campo a tutta la provincia, dove ci sono colossi come Prada, tanto per fare un nome.

Alcune aziende sono ancora in ferie, perciò si misureranno con la novità dalla prossima settimana. Altre, invece, sono già rientrate a pieno regime e qualcuna ha addirittura giocato d’anticipo, come Saima Spa che ha recepito le disposizioni già da lunedì scorso: "Abbiamo preferito organizzarci quando sono arrivati i primi ‘rumors’ – spiega Federico Rinaldi, responsabile di stabilimento – perciò per noi questa è la seconda settimana. Chi ha il Green pass entra in mensa, per chi non lo ha abbiamo pensato a una formula da asporto, la consumazione può avvenire all’esterno dello stabile dove c’è un’area attrezzata con tavoli e ombrelloni".

Una soluzione che ha messo d’accordo tutti, continua Rinaldi: "Lamentele non ne abbiamo ricevute". Con una settimana di rodaggio alle spalle, si possono tracciare i primi bilanci: "Ci sono circa 200 dipendenti tra Saima Sicurezza e Saima Meccanica anche se qualcuno è ancora in ferie, il 70% è vaccinato, la restante parte no, chi per convinzione, chi perché aspetta di vedere come evolve la situazione".

Parla di ‘paradosso’ il presidente di Confindustria Toscana sud, nonché titolare della Zucchetti Centro sistemi, Fabrizio Bernini: "Serve il Green pass per entrare in mensa, ma l’imprenditore non può chiederlo per lo svolgimento del lavoro, in questo modo vengono applicate a tutti le norme più restrittive". Quanto alla mensa, aggiunge: "Noi siamo convenzionati con una struttura esterna, per duecento persone. Non mi risultano, in generale, situazioni problematiche o lamentele".

Giorni fa, sui social, è diventato virale il post di una dipendente della UnoAerre che parlava appunto della mensa aziendale e dell’obbligo di Green pass. E a proposito di UnoAerre, l’amministratore Luca Benvenuti spiega che non c’è nessuna discriminazione per chi non ha la certificazione: "Innanzitutto, oggi e domani tutti i nostri 300 dipendenti faranno il tampone gratuitamente. Abbiamo fatto di tutto per tutelare la loro salute, che è il nostro pensiero principale, e ci siamo adeguati in fretta alle normative. Per chi non avesse il Green pass, c’è la possibilità di avere il pranzo al sacco da asporto e abbiamo messo a disposizione anche un locale strutturato in modo da tenere il distanziamento sociale, con il plexiglass a garantire la sicurezza. Certamente, chi è vaccinato è sicuramente più sereno".

Le stesse precauzioni sono state prese anche per la Chimet, altra azienda amministrata da Benvenuti. "Con queste disposizioni il Governo carica l’imprenditore di ulteriori oneri. Per noi la sicurezza dei dipendenti è al primo posto, ma questi adeguamenti richiedono tempo, investimenti. Mi metto nei panni di aziende meno strutturate, non è così scontato che si riescano a organizzare allo stesso modo".

La possibile soluzione? Benvenuti non ha dubbi: "Aspettiamo che venga introdotto l’obbligo vaccinale".