
parco Giotto
di Massimo Pucci
Niente assalto ai parchi nel primo sabato rosso aretino. Le principali aree verdi della città hanno visto una discreta presenza di persone e anche qualche comportamento non proprio corretto, dalle partite a pallone, ai gruppetti che si radunano sotto i cipressi. A dir la verità la giornata di ieri è stata contrassegnata da venti freddi e pProbabilmente è stato questo il principale disincentivo agli affollamenti, anche se per molte famiglie questa resta l’unica alternativa per far trascorrere qualche minuto nel verde ai propri bambini.
Le presenze più consistenti al parco Pertini dove si intravedono anche partitelle fra bimbi e qualche piccolo utente delle aree gioco attrezzate. La situazione è di grande distanziamento, tutti se ne stanno in mascherina salvo qualche runner che dovrebbe ricordarsi di stare a due metri o di indossarla quando si avvicina alle persone. Dal Giotto ci dirigiamo verso villa Severi, ma lungo la strada non possiamo fare a meno di scorgere l’ennesima partita di calcetto nella zona Fonterosa.
Qui i bambini giocano di fronte alla materna chiusa da una settimana, il contrasto è davvero significativo: da una parte la libertà di organizzarsi con un pallone fra dribbling e meline, dall’altra il portone chiuso di un plesso dove negli ultimi mesi non si è verificato nemmeno un caso di contagio. Ma si sa, se per chiudere le scuole basta un’ordinanza, per controllare la situazione nei campetti sportivi serve un pattugliamento serrato.
A dire la verità il "battaglione aeronautico" del sindaco Ghinelli ha più volte preso di mira le partite del Fonterosa. Il drone del Comune si è soffermato più volte in questo piccolo campo da gioco, ma si vede che non è sufficiente a debellare una pratica di "sport da contatto".
A Villa Severi incontriamo diversi sportivi e qualche gruppo di amici "imboscato", ci sono poi quelli che più sfacciatamente giocano nel campo da basket, o a pallavolo in mezzo al prato. Torniamo verso il centro e non manca un "uno contro uno" al Gioco del Pallone di Trento Trieste. Al Prato troviamo invece una situazione di grande tranquillità. Sarà il vento che spazza forte, saranno le salite, ma quassù c’è veramente poca gente. Discorso diverso al Pionta, arriviamo nel grande polmone verde passando da Campo di Marte dove le attività di spaccio proseguono nel classico via vai di chi comprao dal pusher e riparte. Gli scambi sono ancora più evidenti perché la situazione di confinamento mette in risalto questo genere di relazioni. Arrivati al Pionta la situazione appare tranquilla, c’è chi sosta nelle aree per far fare la sgambata al cagnolino e ci sono famiglie intere che passeggiano a piedi e con le bici.