ALBERTO PIERINI
Cronaca

Il Vescovo del monastero Da Camaldoli alla Sardegna Il Papa punta su Fornaciari

Migliavacca annuncia la nomina di padre Roberto, teologo e superiore del convento "Io, monaco e ricercatore dell’assoluto: porto nel cuore i volti di una vita".

di Alberto Pierini

Perfino gli annunci dei Vescovi a Camaldoli seguono percorsi particolari: il mezzogiorno delle campane e della lettura della bolla papale diventa mezzogiorno e qualcosa. Anche perché la giornata storica coincide con un’ordinazione diaconale, alla quale lascia il suo spazio. Ma la notizia, come una freccia nel bosco, arriva lo stesso. "Padre Roberto Fornaciari è il nuovo Vescovo di Tempio-Ampurias": è Andrea Migliavacca a scandirlo nella chiesa grande del monastero. Al suo fianco il presule "strappato" alle celle benedettine per un viaggio tutto diverso.

E’ il superiore del convento, un teologo raffinatissimo, un conoscitore profondo della Parola: e in quanto tale spesso anche ad Arezzo come protagonista di incontri biblici. Emiliano di origine, da 36 anni è nella foresta di Camaldoli: lì dove i cellulari non prendono ma la fede scorre.

Una passione speciale per l’ecumenismo: la febbre del monastero e dell’eremo, da sempre luoghi di dialogo a 360 gradi. Mesi fa, con tutta la prudenza che regna in questo mondo, in effetti il suo nome era corso per la Diocesi. Parroci, responsabili del laicato, religiosi vengono via via consultati per proposte di nomine vescovili: e tra quei nomi c’era il suo, in testa addirittura. Ora con i tempi mai affrettati della chiesa, ecco il salto. Il Papa pesca nella foresta di Camaldoli. E lo lancia nel cuore della Sardegna. Una chiesa che Fornaciari ammette di non conoscere "ma ci conosceremo e potremo scoprire di essere tutti insieme il popolo di Dio in cammino". Conosce invece a menadito la chiesa aretina. E usa parole che virano dalla commozione all’affetto.

"Lascio una comunità monastica alla quale sono immensamente legato e una chiesa locale a cui sono affezionato". L’omaggio per niente formale all’esperienza camaldolese, "che mi ha insegnato con pazienza a essere servo di Dio, monaco, ricercato dell’Assoluto". Ma la teologia non è il suo unico mondo. "Le sono grato e porto nel cuore una memoria incancellabile dei volti, delle persone, delle esperienze vissute". Una carezza dal bosco, l’ultima di un passaggio che non sarà brevissimo.

Di sicuro già tra una settimana sarà nella Gallura e nell’Anglona ma ancora non c’è una data nè per l’ingresso ufficiale nè per la sua ordinazione a Vescovo, che probabilmente coincideranno. Salutato dal suo attuale Vescovo Migliavacca. "Innanzitutto la gratitudine al Papa per la scelta ottima che ha fatto. E gratitudine a don Roberto per il servizio competente alla diocesi, anche come vicario episcopale per la vita consacrata". Un ruolo che ricopre da dieci anni.

Ha insegnato a lungo all’istituto di scienze religiose e ha contribuito a formare i nuovi preti. Ora una seconda vita. Partita da un annuncio a mezzogiorno e qualcosa.